giovedì 22 maggio 2008

Un giorno di ordinaria tristezza...

E' da un po' che non mi faccio vivo su queste pagine, lo devo riconoscere...Avrei una serie di cose da scrivere: avevo anche promesso al mio amico Manu di scrivere qualcosa sul suo meraviglioso stabilimento balneare a Roseto...Ma l'umore di questo giorni non mi permette di fare altro. E allora scrivo queste righe forse più per me che per chi leggerà...Sono triste...Nulla da nascondere. Anche il titolo del post mi sembra piuttosto chiaro. E' stato un anno difficile e continua ad esserlo. Il coraggio di partire e di intraprendere questo viaggio, le rotture di un momento di crisi, le separazioni...Avevo una vita che amavo e ora mi trovo in una vita "nuova" e fatta di altre cose...Sempre continuamente in bilico tra una vita luccicante e una vita fatta di cose vere e concrete al paesello in Italia...Nulla da togliere alla vita londinese: interessante, eccitante, milioni di cose a disposizione...Eppure sono a terra. Oggi, come ieri, sono a terra. Io che scrivo di locali e ristoranti, che mi posso permettere le cose più luccicanti del mondo...sono a terra. E allora ti accorgi che forse la vita, quella che deve essere vissuta realmente e pienamente, ha poco a che fare con certi lustrini...Anzi...ne è completamente estranea, avulsa. La felicità dipende non da quanto sushi tu possa mangiare, ma dalle persone con cui riesci a condividere...Non serve avere milioni se si è così miserevoli da non avere qualcuno vicino con cui spenderli...E vivendo qui sembra anche che uno non possa avere certi sentimenti..."Bisogna tirare avanti, non mollare, spaccare il culo a tutto e a tutti"...E invece io dico...chi se ne frega! Chi se ne frega di questa vita a volte del cavolo, dove l'unica cosa che sembra contare è quanto riesci a fregare il prossimo...Perchè se non si frega il prossimo non si fa carriera...Se non si è degli squali il posto in una fottutissima società di consulenza non lo si guarda nemmeno con il binocolo...Se non si lavora 14 ore al giorno su qualche "deal" niente bonus e stronzate varie..."Stronzate - direbbe Val Kilmer/Jim Morrison nell'omonimo film The Doors - siete solo dei soldatini in una stupida guerra di plastica..."...Niente di più vero. Ogni tanto ho la sensazione che non ci sia grande spazio per quelli come me...Non voglio fregare nessuno e voglio che la mia vita sia un dono per gli altri! Eroe!? Buon samaritano!? Fesso!? Sì...forse le persone mi dicono che mi devo incattivire un po'...forse per arrivare da qualche parte...che tradotto significa avere più soldi! E' vero...ne spendo tanti...ma chi mi conosce sa che spesso non sono sereno...E allora avere del denaro in più serve a ben poco...E così è. Sono triste, perchè forse ho perso la persona più importante della mia vita. Con il mio agire. Con le mie ansie. Con le mie paure che mi porto da una vita...L'anno scorso ho buttato una relazione di più di 4 anni conuna persona splendida che non meritava tutto il dolore che ho provocato...Mesi di inferno a capire, a cercare delle ragioni proprie...E poi la voglia di ricominciare, di ripartire dopo 4 anni per una storia che invece può essere la mia vita...Eppure nulla...A ragione, forse...Ma le incertezze, le paure, le brutture non fanno vedere altro...Non si riesce ad andare avanti...E allora mi chiedo...ma cosa ha davvero senso e valore nella vita!? Sì...rimango fino alla fine del master...e poi la fatidica scelta...cosa essere davvero in questa diavolo di vita!?
Ho sbagliato diverse volte cercando di corrispondere alle attese delle persone per me più importanti...Ma ora basta...Credo di aver dimostrato con la mia vita e con i miei modi, certo da persona umana che sbaglia e commette errori, di essere "buono" e di volere sempre il bene delle persone...Per cui voglio una vita fatta di cose belle, importanti, durature...Fabrizia era per me una di quelle, nonostante io sia stata la persona peggiore nella sua vita. Mi rendo conto di meritare tutto, se non altro per una giustizia "divina" che alla fine interviene sempre...E allora quanto vale un rapporto buttato all'aria!? Quanti bonus!? Quanti maledetti colloqui con recruiter del cavolo che ti pongono sempre le stesse stracazzo di domande: "Ma perchè lei vuole lavorare per la nostra compagnia?" - "Per avere uno straccio di lavoro in un periodo storico di merda, coglione...perchè secondo te!? Perchè voglio iniziare a guadagnare qualcosa, andare in pensione presto e non occuparmi più di cifre, calcoli, derivati, framework, business strategies e altre cazzate!" - Questa è la vera risposta...Perchè mi voglio mettere a fare il vino in un pezzo di campagna, perchè non ne voglio più sapere di un mondo schifoso fatto di persone avide che si scannano tutto il giorno...Per queste ragioni e per tutto quello che una simile vita di mer.. impedisce di godere! Sono triste...Davvero triste...Perchè si combattono tante battaglie inutili e si perde l'occasione di essere persone diverse, migliori...Si perde l'occasione di combattere per le persone che contano davvero qualcosa nella propria vita...Io ne sono l'esempio...Sempre a cercare di soddisfare le attese di qualcuno, senza cercare minimamente di imparare a volermi bene per quello che sono...E' vero...ho l'animo da avventuriero...Un po' Ulisse e un po' giovane Werter...Sempre romantico...anti eroe...eroe riluttante e malinconico...Con sempre una missione da intraprendere e un nemico da sconfiggere...Sono partito per sconfiggere le mie paure di sempre...La solitudine, la distanza, la lontananza da qualcosa che amo...Ora sono nel pieno della tempesta, del monsone...di un tempo in cui non si è più piccoli e si deve fare i conti con una vita da adulti in cui, come direbbe Paolo Conte, "si sbaglia da professionisti"...Ma il tutto a che prezzo!? Logico crescere e andare avanti...Ma quello che ancora non riesco a fare e sacrificare i miei valori...Perchè ogni volta che provo ad essere un trader spietato, qualcosa va storto...Semplicemente mi rendo conto che bisogna essere diversi per quella vita...Sacrificare l'amore di una persona cara per questo!? Mai...Eppure sono partito perchè il viaggio mi portava via...Purtroppo so solo una cosa...Che è attraverso il "viaggio", la sofferenza o molto più cristianamente "la croce", che si comprendono verità fondamentali...Forse quest'anno non è andato poi così a vuoto, certo...Forse non attraversando la disperazione non avrei mai compreso cosa Fabrizia sia e sia stata nella mia vita...E allora lei e il suo amore, ma lo dico per me e per voi non hanno prezzo...C'è bisogno di sacrificio in ogni costruzione importante della propria vita e in certe più che in altre...d'altronde anche il mio libro di Strategia Aziendale dice che le persone di successo nel lavoro, generalmente, sono i peggio sfigati nella vita privata, mentre le persone normali passano tutta la propria vita a cercare dei compromessi accettabili...E su questo posso crederci. E forse in questo senso il compromesso non è poi così schifoso anche per un passionale e impulsivo come me...Nel senso che la costruzione quotidiana di un rapporto non è mai sacrificio sprecato e se ne vale la pena ben venga...Ora che avevo capito tutto questo, beh le cose sono cambiate gettandomi nello sconforto più totale...Non so come le cose andranno a finire...Ma di una cosa divento sempre più sicuro...La felicità dipende da quanto le persone vicine riescano a riempirvi il cuore...

venerdì 2 maggio 2008

E' l'Amika è...

Diciamolo subito...E' un grande locale. Forse non nel senso delle dimensioni, anche se proprio piccolo non si direbbe. Distribuito in più sale ognuna con diverse finalità (Champagne Bar, Vodka Bar e quant'altro...) su un modello ormai comunemente applicato nei club di qui e non, si trova su High Street Kensington, vicino a Whole Foods (il grande supermercato che vende tutto "organic": scemenza che starebbe a significare "biologico" ma che tradotta significa solo "più pounds" per noi cristiani). E' la classica porta di cui parliamo sempre...Cordone di velluto nero e buttafuori...Ci sono entrato grazie ad un tipo conosicuto su un "social network" (se non sei su un social network nel 2008, conti la metà di uno che non conta un ca...) che mi ha fatto la grazia di aggiungermi con Leda (che è in vacanza qui per qualche giorno) sulla sua lista personale...Beh...siamo arrivati decisamente presto...Per cui il locale era popolato solo da una moltitudine di buttafuori e camerieri. Ma questo ci ha lasciato il tempo di sorseggiare tranquillamente un Martini coktail decisamente buono (cosa difficile perchè nei club tutto potrebbe essere "buono" fuorchè i drink) e la cosa mi ha lasciato piacevolmente stupito! Il locale si è poi gradualmente riempito, ma mai fino a scoppiare e questa è senz'altro un'altra nota positiva: a volte è piacevole non finire in una scatoletta Rio Mare insomma...La clientela è decisamente "internazionale" con (senza dirlo troppo forte) modelle e strarlettes varie a fare da (bel) contorno alla situazione, mentre le cubiste "ingabbiate" si guadagnano un meritatissimo salario...Certo da sole le cubiste non rappresentano il motivo per venire all'Amika, anche perchè ormai le cubiste sono una "commodity", e basterebbe andare in qualsiasi altro locale della costa adriatica per vederle (e il mio pensiero va al Gattopardo che tra un po' riaprirà la stagione, mentre qui sarà il solito tempo di me... inglese! Meno Gatto, più Pardo!)...Il tipo che mi ha fatto entrare è un simpaticone: di certo fa l'organizzatore di eventi o il produttore musicale, o qualcosa di simile...E poi si va per stereotipi: tavolone dove invita a bere solo ragazze, aria da pr/playboy, occhialoni di rito e fiumi di Grey Goose che si perdono in ghiacciaie inserite nei tavolini...In un tavolo vicino c'era anche il solito gruppo di inglesi "new wave" modello band come Cazals o Razorlight: capello piastrato su un lato, maglia "a V", jeans stretti e Converse, un po' maschio e un po' femmina allo stesso tempo...Ma certo divertenti, e poi tipi così danno sempre quel tocco di colore in più che non guasta mai (folklore direi)...Anche perchè dopo un po' vedere i soliti italiani con camicia, maglioncino sulle spalle o polo con il colletto all'insù diventa stancante...Come in ogni club che si rispetti, non può mancare il privè, l'area riservata e "irragiungibile"...La "chimera"...Mah...l'ultima volta che mi hanno detto che non si poteva raggiungere un posto ero al Burlington a Mayfair (che non è recensito per l'"impossibiltà di esprimere un giudizio": vorrei tornarci in altre serate): sono tranquillamente sceso nella zona per "membri" e tutto sto dire sinceramente non l'ho visto...Paradossi dell'era moderna, del "fashion", del "glamour" e di tutte le altre boiate che ci si inventa per essere trendy...Posti talmente esclusivi che non c'è mai anima viva...
Ah...Mi hanno detto che si pronuncia A'-mi-ka con l'accento sulla "a" e non "amica" come farebbe un italiano...L'essere trendy è anche una questione di accenti...E per così poco, è un prezzo che si paga volentieri...Da tornarci al più presto...