mercoledì 10 dicembre 2008

Tokio Libre

ASIA DE CUBA (St Martins Lane): Oh...Questa "bella" e disastrosa scoperta può essere accreditata totalmente al cugino Franz...Perchè quando ci si mette di impegno non lo ferma nessuno, potete credermi...ah...era lo stesso giorno del Cipriani per me, tanto per dirne una...Il tutto era partito perchè era presente con noi l'amico Manu giunto dall'Italia per la mia "ceremony" del master e allora Franz si è preoccupato bene di prenotare su TopTable un posto per stare insieme a cena...Ma dove andiamo, Franz?! - domanda più che legittima..."Ma no, stasera andiamo in un posto tranquillo! TopTable dice che al massimo spendiamo 35/45 pounds!" - queste le sue ultime parole famose...Effettivamente mi rimaneva difficile capire come un albergo e un ristorante disegnati da Philippe Starck si coniugassero quasi con un prezzo per la cena che è quasi da trattoria per Londra...Ma ho pensato "e vai...è un posto cheap and chic, dove tutto costa meno perchè va di moda ora pagare meno...grande Franz...tu si che non deludi mai!". Philippe di sicuro non smette di impressionare: l'Asia de Cuba è il ristorante dell'albergo St Martins Lane (parente del Sanderson), e si trova nell'omonima via tra Leicester Square e Covent Garden. Ultramoderno e sofisticato, non si perde mai per essere "freddo" o uno di quei posti "senz'anima" tipici di questo modo di arredare e costruire (e non è detto che il japanese style sia sempre bello! Chi lo dice!?), e qui si vede la grandezza dell'arredatore. Già da fuori si capisce che il posto è uno di quelli che più hip, glamorous & trendy non si può, e l'ambiente è vivace ed elegante. Il ristorante è ben studiato, su due livelli distanziati però da pochi gradini. I tavoli si dispongono attorno a delle grandi colonne arredate nella maniera più varia (quadri, libri, foto, oggetti di ogni specie...) ma riescono a creare un ambiente intimo, senza eliminare privacy e riservatezza. Qui il gioco dello Chablis non è stato solamente estremizzato, ma portato ad un livello metafisico, portato al livello più alto di speculazione filosofica...Ci sono voluti 50 e più minuti per avere un tavolo per le 21: insomma...se volete cenare alle 21 di Londra, prenotate con il fuso orario di Parigi! E 50 minuti di ritardo nulla possono contro le scuse del manager che ci porta un flut di champagne...Anche perchè, voi non lo sapete, ma è tutto già pagato...Quella sera abbiamo poi optato per un menu degustazione...Il cibo è, compatibilmente con il nome del ristorante, un misto tra cucina asiatica e cucina cubana e l'idea, devo ammettere, non è niente male. Il cibo era buono e anche ben preparato, forse più consistente spostandosi verso la fine del menù, dove carne e dolci hanno anche dato "consistenza" ad un conto sicuramente esagerato...Ricordate le 45 sterline del buon vecchio Franz!? Bene...moltiplicate tutto per tre e avrete il prezzo della cena ad personam di quella sera! Riassumendo: Asia de Cuba è uno di quei locali dove ci si va per vedere e farsi vedere (e da vedere c'è tanto, vi assicuro...), e questo varrebbe di per sè il prezzo della cena...Se poi il cibo fosse a più buon mercato, credo che avrebbe catturato 2 nuovi e fedelissimi clienti...Ma i prezzi alti ne fanno uno di quei ristoranti da tenere solo in occasioni "speciali" o di serate "matte" progettate all'ultimo momento...Mi dispiace non aver concesso alcuna foto a quella ventina di paparazzi appostati fuori (non so come abbiano saputo che eravamo lì) ma proprio non ero di vena...

A proposito di Harry's

Ultimamente, lo so, mi faccio prendere un po' troppo la mano da queste lunghe pause "creative"...Ma che ci volete fare!? La vita del viveur non è facile, a tratti dura (ci vuole un fisico bestiale canterebbe Carboni), ed è tutto fuorchè economica...Per cui le pause sono necessarie se non per far riposare il proprio fegato, quantomeno per ristorare le proprie finanze...Tutti in pista, forza...

CIPRIANI (Mayfair): proprio lui. Il Cipriani di Venezia e New York qui a Londra. La location non poteva che essere Mayfair, poco sopra Berkeley Square, e devo dire che il posto e la cucina non deludono. Ci sono andato per incontrare un signore che è il presidente di una società di consulenza e posso dire che ci tornerei volentieri. Il servizio è attento per un pranzo che ha gli stessi costi di una cena in qualsiasi altro ristorante "hip" di Londra, ma il livello della cucina vale il viaggio...D'obbligo il Bellini per iniziare, visto che è nato e cresciuto all'Harry's Bar di Venezia...E poi mi sono dedicato ad un'ottima pasta e fagioli e a delle tenerissime costolette d'agnello...Avrei potuto chiedere qualsiasi cosa ma mi sono uniformato anch'io ad un inglesissimo purè di patate come contorno, e pensate che nemmeno vado pazzo per il purè di patate! La curiosità di quel pranzo al Cipriani, è che al tavolo vicino al nostro c'erano dei personaggi "famosi" (i nostri "vip") che solo uno che ha vissuto a Londra per un po' avrebbe potuto riconoscere...Mi sono emozionato quanto una casalinga di Voghera alla vista di un attore delle decadenti soap opera italiane o di un Michele Cucuzza dei tempi andati. E si...anche io sono vittima e carnefice di questa tv spazzatura...Insomma vicino a noi c'erano tutti i Dragons...E mbè!? - direte voi...Dragons' Den è un programma estremamente famoso qui...I Dragons sono questi 5 ricchi (o ricchissimi) imprenditori (generalmente self made man per esaltare l'american dream) che, se trovano conveniente investire nelle attività (generalmente tutte "start up") dei concorrenti, concedono loro parte del capitale al prezzo di una cospicua partecipazione nella società...Praticamente dei concorrenti spauriti che, mettiamo caso, hanno inventato un nuovo tappo per la vasca da bagno, si presentano davanti questi Dragons chiedendo di partecipare alla loro società per tot migliaia di sterline...I Dragons, generalmente, recitano la parte degli "stronzi" e se trovano l'affare interessante, concedono quanto richiesto...Tra gioco dei pacchi, isole, talpe, fattorie...Beh...Questo potrebbe quasi essere un programma decente! E i Dragons erano lì...vicino a me...che emozione! Ho pensato di andare da loro con in mano una forchetta normalissima di acciaio e di chiedere 1.000.000 di pounds per la mia attività manifatturiera di forchette...L'avrei fatto, giuro! Modello Iene...solo per vedere le loro facce! D'altronde mi sono presentato al banchetto dei Servizi Segreti Inglesi ad una fiera per il lavoro chiedendo un'Aston Martin e presentandomi come Bond, James Bond...Non sono nuovo a cose simili! Tornando al locale...lo potete immaginare da voi...Bello, elegante, senza essere troppo sontuoso...e dà ospitalità a tutto il bel mondo londinese...Insomma...c'era un tavolo di belle donne dai tratti mediorientali all'ingresso...E quando dico belle, non lo dico tanto per dire. E chi mi conosce sa che intendo...Se l'avessi visto prima, a quel paese i Dragons! Mi sarei presentato da loro e avrei detto..."adottatemi" o...investite su di me, vi prego! Altro che Dragons...

venerdì 3 ottobre 2008

NOBU

Questo momento doveva arrivare...Era nell'aria da tempo...Sapevo che prima o poi mi sarebbe toccato questo destino...Lavoro nella via immediatamente parallela ma non ci avevo mai messo piede...E venerdi scorso ho finalmente avuto il piacere di varcare la soglia di NOBU (quello in Berkeley Street) a Mayfair. I giapponesi li ho toccati quasi tutti, almeno quelli "che contano", ma fino ad ora NOBU l'avevo scampato, dopo aver sentito racconti mitologici di conti così costosi che finivano con il pagarsi da soli...Ma questa volta non mi sono potuto sottrarre, anche perchè il messaggio mi è arrivato direttamente da Silva...tavolo per le 22.30, per cui pronto per la colazione del giorno dopo...Io e Manu abbiamo dato il meglio di noi...catene, gemelli con teschi, bastone da passeggio...Certo...per l'occasione ho sfoggiato il mio "walking stick", a metà tra un broker e Dr House e così subito in taxi verso Mayfair...Avevo già assaggiato la cucina di NOBU, sempre con Manu, ma a New York, e devo dire che comunque mi ha soddisfatto! Non so dire niente di quello al Metropolitan Hotel, ma questo di Mayfair è sicuramente un bel "ritrovo" di gente ricca e modaiola (d'altronde Berkeley Street/Square è la location di quasi tutti i fondi hedge e di private equity che contano) e il bar superaffollato descrive pienamente quest'atmosfera frizzante (era da un po' che non usavo la parola "frizzante"). Il tavolo, naturalmente non era pronto nemmeno per le 22.30 (già apparecchiato per la prima colazione, quasi), per cui ci è toccato il solito Chablis che ormai è diventato una vera e propria medicina...Poi intorno alle 23 siamo saliti ai piani alti e finalmente il tavolino sembrava essere pronto: 30 minuti per 2 bacchette e un bicchiere da acqua!? Mah...la sala della cena è sicuramente carina, anche se ho trovato giapponesi molto più belli estetivamente: la stessa sala di Zuma, secondo me, è più bella. I tavolini sono tavolini di legno "color Ikea", anche se naturalmente il peso specifico qui è di 1.000 volte maggiore (insomma, a differenza di quelli dell'Ikea, non vola alla prima brezza), e tutto è molto minimal. Un appunto da fare è sull'illuminazione....Il posto è estremamente buio e questo, a tratti, può sembrare un qualcosa di poco curato. Per il resto il cibo è, sì, di un livello superiore e finalmente, abbiamo lasciato l'opportunità al cugino Franz di salire in cattedra e di dare lezioni a destra e a mancina sul "black cod che si sciogle in bocca"...Niente di più vero! Anche solo il black cod vale il viaggio o il costo del biglietto, che a dir si voglia...E poi, qui, a differenza di Sakenohana, le portate arrivano nel giusto ordine e questo fa si che, anche una cena giapponese che tutto sembra fuorchè una cena, possa assumere l'impianto e la struttura di un cristianissimo pasto...Da tornarci al prossimo Bull Market...

A Volte Ritornano...

C'è da dirlo...a volte ritornano...che siano donne...che sia altro...Ma ritornano! In questo caso è altro, anche perchè di donne...mah...è un momento riflessivo...che tradotto significa...che non si batte chiodo! E allora meglio buttarsi tra i bagordi londinesi e chissà che qualcosa arrivi (o non arrivi)?! Così eccoci di nuovo da Sketch...ma questa volta per cena...

SKETCH (Mayfair): Ho già detto che Sketch è uno di quei posti eccezionali dove ci si torna ben volentieri...Anche se la sensazione di star pagando una rata di mutuo per un aperitivo, alla fine si scopre che non è solo una sensazione! Mi è capitato di tornarci spesso da Sketch nelle ultime settimane...anzi, diciamo che ormai David (il simpatico front manager) ci ha preso proprio in simpatia...Ci sono tornato per il mio solito Chablis pomeridiano, ma anche l'esperienza del tè è davvero niente male! Il tè viene servito in tazzine che, quando io ero piccolo, avrei semplicemente considerato orrende se solo mia nonna me le avesse messe di fronte...ora invece delle oscene tazzine di Capo di Monte, o comunque delle tazzino tardo-barocche possono essere considerate glamourissime...Insomma, con tutte le cianfrusaglie che ho in cantina potrei arredare un nuovo Sketch a Roseto...Gli scones e la marmellata serviti con il tè sono sicuramente buoni, ma non è qui che vi voglio portare...No! Perchè da Sketch ci siamo anche andati per cena...Configurazione anomala: io, Manu, Giuliano e il Dr Vit...Non siamo arrivati ai piani alti, ma ci siamo fermati al ristorante The Gallery...L'esperienza è sicuramente divertente, un po' come andare a mangiare in discoteca prima di una serata solo che, a differenza di una discoteca dove il cibo è sempre scadente e mal servito, qui le pietanze sono ottime e servite con un tocco di simpatia in più...Non è vero: nulla si può dire sul servizio, puntuale e non fastidioso...Io mi sono concesso un'insalatina di tonno crudo con crostini di pane in non-so-quale salsa come starter, e una Tartare...Serata a base di crudi insomma, e posso dire che è stata un'esperienza piacevolissima per il palato. La vista ha anche goduto nel vedere come viene servito il caffè: in tazze e tazzini tutte interamente di gomma...Del conto è bene non parlare, perchè comunque è l'esperienza meno piacevole "alla vista"...Belle donne, bella gente, bella situazione...Il giudizio complessivo rimane ottimo, perchè anche se dopo diversi anni, questo rimane senza dubbio un punto di riferimento della "dolce vita" di qui...Trovate uno sponsor di quelli da Formula 1 prima di venire qui...

venerdì 5 settembre 2008

La Danza della Vita

Sento la stanchezza
di
mille giorni senza casa
e
di mille notti senza nome.
Danzo evanescente
tra le cime d'ovatta
della grande
Città Amorfa
(accecante)
splendente
come lacrime d'argento,
respirando
fumo e stelle,
vagando
nel cuore di ogni uomo,
amato
dalla Vita Stessa.

(Paolo de Nigris, 2003)

sabato 30 agosto 2008

Beach Blanket Babylon...and Partners

BEACH BLANKET BABYLON (Notting Hill): se non mi avessero detto che questo era un ristorante, dal nome avrei pensato che fosse uno studio newyorkese di avvocati d'affari, o una banca di investimento alla Brown Brothers Harriman...Invece è proprio un ristorante/bar dove ho avuto occasione di fermarmi due volte...La prima volta è stata una sera a cena con un manipolo di eroi (tra cui l'ormai leggendario cugino Franz e la new entry del Dr Vit) e devo dire che il locale non mi è dispiaciuto affatto...Qui bisogna dare atto all'amico Riki di essere un po' il padre "spirituale" del BBB, perchè lui rimaneva sempre estasiato da questo posto andando e tornando dal lavoro al Ledbury...Quel posto è sempre pieno [di fighe, ndr] e bisogna andarci, diceva...E così ci siamo decisi ad organizzarci per una cena...il posto si articola su più livelli, e noi abbiamo mangiato in una sorta di cripta...l'ambiente è quello vivace e frizzante tipico di Notting Hill, e il bar all'entrata è davvero un posto in cui fare capolino...Non ricordo pienamente il cibo come fosse, ma non è stato male anche perchè il conto, stranamente, quella volta è risultato particolarmente leggero...Le candele e gli arredi contribuiscono all'atmosfera e posso dire che non delude davvero...Forse il bar potrebbe chiudere un attimino più tardi, ma tra le nove e le undici di sera, il BBB è sicuramente il posto in cui gustare un buon drink...Fine della parte uno.
Parte due. La seconda volta al BBB è stata qualche giorno fa, in occasione del Notting Hill Carnival. Ero di ritorno da Roseto e la domenica stessa sono andato al BBB con la mia amica Silva perchè c'era un "after party" del Carnevale. Non mi rendevo conto che fosse lo stesso BBB di quella cena passata...Drag Queen ovunque e personaggi assolutamente assurdi e le foto sottostanti, anche se non particolarmente utili alla costruzione della mia reputazione di operatore finanziario, testimoniano benissimo la "particolarità" della serata. Come i grandi esperti di business e strategie aziendali consigliano...in quelle situazioni devi solo camminare raso raso al muro, evitando di raccogliere cose dal pavimento anche quando dovessero cadere...Insomma...una delle regole fondamentali di qualsiasi business è quella di avere sempre un bel muretto dietro al sedere, e così si vive tranquilli e sicuri per tanto tempo! Io avevo la mia amica Silva a farmi da "muretto", nel senso che almeno la mia eterosessalità dichiarata ed ostentata ha tenuto alla larga ogni male intenzionato! Ma questo non mi ha impedito di ballare e divertirmi, anche perchè una serata così assurda era davvero tanto che non la vedevo!
E' sicuramente un posto in cui tornare, ma forse in una normalissima sera di qualsiasi altro giorno dell'anno, per non avere l'incubo di un efebo che vi balla vicino seminudo in boxer da mare...Ho ancora i brividi...Le foto sottostanti sono destinate ad un pubblico adulto...

Standing on the shoulders of giants...

Ormai molti si saranno abituati alle mie pause prolungate, a volte per necessità, a volte per svogliatezza, altre volte proprio perchè non ero nel "mood" giusto...Ho passato giorni migliori insomma, ma il grande carrozzone della dolce vita londinese qualcuno lo deve pur tirare avanti, no?!

BABYLON @ THE ROOF GARDENS (High Street Kensington): me l'avevano sempre consigliato (ormai da 2 o tre anni), ma non avevo mai avuto l'occasione di andarci...Il primo a consigliarmelo fu il mio amico trader Fernando ("Ah Paolè ce devi annà perchè è 'n posto proprio figo"), ma da quell'estate a Roseto sono riuscito ad andare al Roof Gardens solo qualche settimana fa...Per la verità non sono stato al club che è sotto il ristorante (che forse è la vera attrazione del posto), ma posso dirvi qualcosa della cucina e della vista magnifica sul balcone...Anche se di proprietà di Sir Richard Branson (per cui il marchio Virgin tende un po' a rendere "di massa" qualcosa che potrebbe rimanere anche di nicchia), il Babylon merita una visita se non per il cibo, solo per la visuale di cui gli ospiti possono godere...Si trova all'ultimo piano del palazzo che ospita H&M, Marks & Spencer e altri shop in High Street Ken, proprio ad un tiro di schioppo dall'omonima stazione dell'underground...Il ristorante è uno di quelli dove i ragazzi inglesi ci portano la fidanzata per celebrare qualche occasione particolare (infatti ha una clientela composta prevalentemente di coppie) e posso dire che non sbagliano...Di regola ti toccano un paio di giri di Chablis (perchè ovviamente il tavolo non è mai pronto), ma questo ti dà la possibilità per muoverti sul balcone che si affaccia su tutta Londra...I palazzi della City, il London Eye, il Parlamento...E la sera che ci sono andato c'era anche una luna eccezionale...Il mangiare non è dei migliori (i sapori sono un po' appiattiti per la verità), ma di sicuro ho trovato cose peggiori a Londra per prezzi ancora più esorbitanti! La selezione finale di dolci è qualcosa che riprenderei volentieri, ma il sudafricano Surf 'n Turf è stato un po' troppo costoso per le dimensioni del piatto...Il servizio è efficiente e simpatico, anche se lo stress potrebbe salire al momento del conto quando ti chiedono di riempire il questionario sulla qualità del posto e del servizio...Lo dovevano fare per quei benedetti Virgin Drinks (più cattiva della Virgin Cola potrebbe essere solo la Coca Cola Zero), e lì si che mi sarei sbizzarrito! Insomma, caro Richard...anche questo colpo ti è riuscito e almeno so di aver contribuito, con il mio conto, ad uno degli specchietti retrovisori della tua navicella spaziale...

mercoledì 18 giugno 2008

Mai dire Maya

MAYA (Dean Street): uno dei club più carini che abbia visto ultimamente. Sempre in lista grazie all'amico Winston, io e Franz ci siamo andati dopo quello che doveva essere solo uno spuntino da Ottoemezzo, ma che invece si è trasformato nel solito cenone, innaffiato questa volta da un bel Verdicchio di Jesi, generalmente bevuto nelle nostre "colazioni del campione" domenicali...Questo si che è uno di quei posti in cui vale la pena tornare...I circuiti sono un po' gli stessi dell'Amika (anche perchè è il pr ad essere sempre lo stesso) e le ragazze, anche qui, sono bellissime o quella sera doveva esserci un allineamento particolare di pianeti...La prima cosa fatta entrando è stata ordinare una boccia di Moet, perchè il figo (quello vero) non ha bisogno di luci, lucette, stelline di capodanno, o fuochi d'artificio...Signori si nasce...E noi (tanto per citare in Principe De Curtis) modestamente...Lo nascemmo! Anche perchè immaginate quanto faccia più fashion e glamour girare per la sala con un paio di cestelli di champagne! E nei fumi delle bollicine ci siamo lasciati anche abbindolare dal foto Tony della situazione che ci ha immortalato per 10 pounds cadauno...Ma la foto che ormai si trova sulla mia libreria descrive bene la serata! Ah...Ecco...se ci andate non date troppo retta a due tipe molto carine che si aggirano simpaticamente per la sala e che con qualche scusa riescono a farsi offrire un po' del tuo champagne e poi si dileguano dicendo qualcosa tipo "ho la macchina parcheggiata in doppia fila" oppure "ho mia madre in ospedale" e poi invece sono a strusciarsi il riccone, ma meno figo, che beve da un fiasco di Dom Perignon...Ha ragione Luigi Mastercard quando dice che certe cose non si possono comprare...Comunque posto e serata meritano un 8.5, anche perchè era da un po' che non si riusciva così con il cugino Franz...Ma più che uscire, in queste occasioni c'è il problema di rientrare a casa...Diciamo che in certe situazioni etiliche anche il gps Garmin ti potrebbe sembrare il Tetris...
"Che cos'è lo champagne? - si chiedeva un diplomatico francese di qualche secolo fa - Bollicine circondate di luce...". Ah...mai cosa fu più vera...

The Ledbury

Dopo tanto torno a scrivere qualcosa...Il periodo "no" forse non è passato del tutto, ma non posso deludere nuovamente i miei lettori che da un po' aspettano qualche mio nuovo intervento...Inizio, non so perchè, con una frase presa da uno dei capolavori assoluti di Fabrizio De Andrè, Il Testamento di Tito...mi sono svegliato questa mattina con questa canzone in testa che forse dice molto di me ora, non so..."L'invidia di ieri non è già finita...stasera vi invidio la vita!". Riprendiamo magari da dove avevamo lasciato...Ci sono stati dei posti frequentati ultimamente che non sono stati recensiti...Muoviamoci!

THE LEDBURY (Notting Hill): è il ristorante dove ha trovato lavoro il mio amico Riki. Francese, 1 stella Michelin...E questo dice già tanto, magari non sulla cucina ma sul conto che vi aspetterà felicemente all'uscita...Io e il sempreverde cugino Franz volevamo andarci per salutare Riki, per vedere il posto dove lavorava, descritto da lui come un Eden per la dolce vita londinese...Abbiamo tentato una prima volta di fare la "reservation" di un tavolo ma nulla...classica risposta "fully booked"! E il tavolo è arrivato solo 2 settimane dopo...Tipo il "Dorsia" del film American Psycho, con l'unica accezione che che io ho ucciso fino ad ora meno gente...Il posto è considerato, pare, una delle mecche della bella vita di qui, anche se è estremamente serioso, di quella formalità che prima o poi infastidisce. Bello il locale anche se, sinceramente, non c'è nulla di particolare a distinguerlo...Non c'è musica e il che è un problema se non si ha una compagnia divertente e caciarona che sa reggere la serata...E' il classico posto da coppia o da coppia male assortita (lui pappone, lei ragazzina con stacco-coscia di 2m sicuramente bionda), anche se la noia è sempre in agguato...Per me e Franz il Ledbury è stato un po' uno spartiacque tanto che ormai calcoliamo il tempo e le date come "prima o dopo il Ledbury"...Il cibo è sicuramente eccellente e sapientemente preparato, anche se forse sono stati i dolci a colpirmi di più e la selezione di "chocolates and sweets" che ti viene portata alla fine su un piedistallino con un letto di scaglie di cioccolato, quasi merita il viaggio...Estremamente piacevole il dolcetto al cioccolato bianco con scaglie di cocco, anche perchè forse è l'unico sapore che ricordo...Ora...Volendo evitare bruttissime sorprese è bene che, se ci volete andare accompagnati da una bella fanciulla, facciate in modo che lei sia la donna della vostra vita. Fate preparare dal vostro avvocato d'affari una scritturina privata in cui lei si dichiara la vostra tipa ideale fino a data da destinarsi, e che vi dà il diritto di agire per il risarcimento da danno ingiusto ex art. 2043 cc fino a completa soddisfazione del conto del ristorante...Uomo avvisato? Mezzo salvato...Vi assicuro che leggere la ricevuta del posto non è divertente...e tantomeno pagarla...
Errare è umano...Perseverare è diabolico...Ma abbiamo sempre avuto un certo fascino per il Male...

giovedì 22 maggio 2008

Un giorno di ordinaria tristezza...

E' da un po' che non mi faccio vivo su queste pagine, lo devo riconoscere...Avrei una serie di cose da scrivere: avevo anche promesso al mio amico Manu di scrivere qualcosa sul suo meraviglioso stabilimento balneare a Roseto...Ma l'umore di questo giorni non mi permette di fare altro. E allora scrivo queste righe forse più per me che per chi leggerà...Sono triste...Nulla da nascondere. Anche il titolo del post mi sembra piuttosto chiaro. E' stato un anno difficile e continua ad esserlo. Il coraggio di partire e di intraprendere questo viaggio, le rotture di un momento di crisi, le separazioni...Avevo una vita che amavo e ora mi trovo in una vita "nuova" e fatta di altre cose...Sempre continuamente in bilico tra una vita luccicante e una vita fatta di cose vere e concrete al paesello in Italia...Nulla da togliere alla vita londinese: interessante, eccitante, milioni di cose a disposizione...Eppure sono a terra. Oggi, come ieri, sono a terra. Io che scrivo di locali e ristoranti, che mi posso permettere le cose più luccicanti del mondo...sono a terra. E allora ti accorgi che forse la vita, quella che deve essere vissuta realmente e pienamente, ha poco a che fare con certi lustrini...Anzi...ne è completamente estranea, avulsa. La felicità dipende non da quanto sushi tu possa mangiare, ma dalle persone con cui riesci a condividere...Non serve avere milioni se si è così miserevoli da non avere qualcuno vicino con cui spenderli...E vivendo qui sembra anche che uno non possa avere certi sentimenti..."Bisogna tirare avanti, non mollare, spaccare il culo a tutto e a tutti"...E invece io dico...chi se ne frega! Chi se ne frega di questa vita a volte del cavolo, dove l'unica cosa che sembra contare è quanto riesci a fregare il prossimo...Perchè se non si frega il prossimo non si fa carriera...Se non si è degli squali il posto in una fottutissima società di consulenza non lo si guarda nemmeno con il binocolo...Se non si lavora 14 ore al giorno su qualche "deal" niente bonus e stronzate varie..."Stronzate - direbbe Val Kilmer/Jim Morrison nell'omonimo film The Doors - siete solo dei soldatini in una stupida guerra di plastica..."...Niente di più vero. Ogni tanto ho la sensazione che non ci sia grande spazio per quelli come me...Non voglio fregare nessuno e voglio che la mia vita sia un dono per gli altri! Eroe!? Buon samaritano!? Fesso!? Sì...forse le persone mi dicono che mi devo incattivire un po'...forse per arrivare da qualche parte...che tradotto significa avere più soldi! E' vero...ne spendo tanti...ma chi mi conosce sa che spesso non sono sereno...E allora avere del denaro in più serve a ben poco...E così è. Sono triste, perchè forse ho perso la persona più importante della mia vita. Con il mio agire. Con le mie ansie. Con le mie paure che mi porto da una vita...L'anno scorso ho buttato una relazione di più di 4 anni conuna persona splendida che non meritava tutto il dolore che ho provocato...Mesi di inferno a capire, a cercare delle ragioni proprie...E poi la voglia di ricominciare, di ripartire dopo 4 anni per una storia che invece può essere la mia vita...Eppure nulla...A ragione, forse...Ma le incertezze, le paure, le brutture non fanno vedere altro...Non si riesce ad andare avanti...E allora mi chiedo...ma cosa ha davvero senso e valore nella vita!? Sì...rimango fino alla fine del master...e poi la fatidica scelta...cosa essere davvero in questa diavolo di vita!?
Ho sbagliato diverse volte cercando di corrispondere alle attese delle persone per me più importanti...Ma ora basta...Credo di aver dimostrato con la mia vita e con i miei modi, certo da persona umana che sbaglia e commette errori, di essere "buono" e di volere sempre il bene delle persone...Per cui voglio una vita fatta di cose belle, importanti, durature...Fabrizia era per me una di quelle, nonostante io sia stata la persona peggiore nella sua vita. Mi rendo conto di meritare tutto, se non altro per una giustizia "divina" che alla fine interviene sempre...E allora quanto vale un rapporto buttato all'aria!? Quanti bonus!? Quanti maledetti colloqui con recruiter del cavolo che ti pongono sempre le stesse stracazzo di domande: "Ma perchè lei vuole lavorare per la nostra compagnia?" - "Per avere uno straccio di lavoro in un periodo storico di merda, coglione...perchè secondo te!? Perchè voglio iniziare a guadagnare qualcosa, andare in pensione presto e non occuparmi più di cifre, calcoli, derivati, framework, business strategies e altre cazzate!" - Questa è la vera risposta...Perchè mi voglio mettere a fare il vino in un pezzo di campagna, perchè non ne voglio più sapere di un mondo schifoso fatto di persone avide che si scannano tutto il giorno...Per queste ragioni e per tutto quello che una simile vita di mer.. impedisce di godere! Sono triste...Davvero triste...Perchè si combattono tante battaglie inutili e si perde l'occasione di essere persone diverse, migliori...Si perde l'occasione di combattere per le persone che contano davvero qualcosa nella propria vita...Io ne sono l'esempio...Sempre a cercare di soddisfare le attese di qualcuno, senza cercare minimamente di imparare a volermi bene per quello che sono...E' vero...ho l'animo da avventuriero...Un po' Ulisse e un po' giovane Werter...Sempre romantico...anti eroe...eroe riluttante e malinconico...Con sempre una missione da intraprendere e un nemico da sconfiggere...Sono partito per sconfiggere le mie paure di sempre...La solitudine, la distanza, la lontananza da qualcosa che amo...Ora sono nel pieno della tempesta, del monsone...di un tempo in cui non si è più piccoli e si deve fare i conti con una vita da adulti in cui, come direbbe Paolo Conte, "si sbaglia da professionisti"...Ma il tutto a che prezzo!? Logico crescere e andare avanti...Ma quello che ancora non riesco a fare e sacrificare i miei valori...Perchè ogni volta che provo ad essere un trader spietato, qualcosa va storto...Semplicemente mi rendo conto che bisogna essere diversi per quella vita...Sacrificare l'amore di una persona cara per questo!? Mai...Eppure sono partito perchè il viaggio mi portava via...Purtroppo so solo una cosa...Che è attraverso il "viaggio", la sofferenza o molto più cristianamente "la croce", che si comprendono verità fondamentali...Forse quest'anno non è andato poi così a vuoto, certo...Forse non attraversando la disperazione non avrei mai compreso cosa Fabrizia sia e sia stata nella mia vita...E allora lei e il suo amore, ma lo dico per me e per voi non hanno prezzo...C'è bisogno di sacrificio in ogni costruzione importante della propria vita e in certe più che in altre...d'altronde anche il mio libro di Strategia Aziendale dice che le persone di successo nel lavoro, generalmente, sono i peggio sfigati nella vita privata, mentre le persone normali passano tutta la propria vita a cercare dei compromessi accettabili...E su questo posso crederci. E forse in questo senso il compromesso non è poi così schifoso anche per un passionale e impulsivo come me...Nel senso che la costruzione quotidiana di un rapporto non è mai sacrificio sprecato e se ne vale la pena ben venga...Ora che avevo capito tutto questo, beh le cose sono cambiate gettandomi nello sconforto più totale...Non so come le cose andranno a finire...Ma di una cosa divento sempre più sicuro...La felicità dipende da quanto le persone vicine riescano a riempirvi il cuore...

venerdì 2 maggio 2008

E' l'Amika è...

Diciamolo subito...E' un grande locale. Forse non nel senso delle dimensioni, anche se proprio piccolo non si direbbe. Distribuito in più sale ognuna con diverse finalità (Champagne Bar, Vodka Bar e quant'altro...) su un modello ormai comunemente applicato nei club di qui e non, si trova su High Street Kensington, vicino a Whole Foods (il grande supermercato che vende tutto "organic": scemenza che starebbe a significare "biologico" ma che tradotta significa solo "più pounds" per noi cristiani). E' la classica porta di cui parliamo sempre...Cordone di velluto nero e buttafuori...Ci sono entrato grazie ad un tipo conosicuto su un "social network" (se non sei su un social network nel 2008, conti la metà di uno che non conta un ca...) che mi ha fatto la grazia di aggiungermi con Leda (che è in vacanza qui per qualche giorno) sulla sua lista personale...Beh...siamo arrivati decisamente presto...Per cui il locale era popolato solo da una moltitudine di buttafuori e camerieri. Ma questo ci ha lasciato il tempo di sorseggiare tranquillamente un Martini coktail decisamente buono (cosa difficile perchè nei club tutto potrebbe essere "buono" fuorchè i drink) e la cosa mi ha lasciato piacevolmente stupito! Il locale si è poi gradualmente riempito, ma mai fino a scoppiare e questa è senz'altro un'altra nota positiva: a volte è piacevole non finire in una scatoletta Rio Mare insomma...La clientela è decisamente "internazionale" con (senza dirlo troppo forte) modelle e strarlettes varie a fare da (bel) contorno alla situazione, mentre le cubiste "ingabbiate" si guadagnano un meritatissimo salario...Certo da sole le cubiste non rappresentano il motivo per venire all'Amika, anche perchè ormai le cubiste sono una "commodity", e basterebbe andare in qualsiasi altro locale della costa adriatica per vederle (e il mio pensiero va al Gattopardo che tra un po' riaprirà la stagione, mentre qui sarà il solito tempo di me... inglese! Meno Gatto, più Pardo!)...Il tipo che mi ha fatto entrare è un simpaticone: di certo fa l'organizzatore di eventi o il produttore musicale, o qualcosa di simile...E poi si va per stereotipi: tavolone dove invita a bere solo ragazze, aria da pr/playboy, occhialoni di rito e fiumi di Grey Goose che si perdono in ghiacciaie inserite nei tavolini...In un tavolo vicino c'era anche il solito gruppo di inglesi "new wave" modello band come Cazals o Razorlight: capello piastrato su un lato, maglia "a V", jeans stretti e Converse, un po' maschio e un po' femmina allo stesso tempo...Ma certo divertenti, e poi tipi così danno sempre quel tocco di colore in più che non guasta mai (folklore direi)...Anche perchè dopo un po' vedere i soliti italiani con camicia, maglioncino sulle spalle o polo con il colletto all'insù diventa stancante...Come in ogni club che si rispetti, non può mancare il privè, l'area riservata e "irragiungibile"...La "chimera"...Mah...l'ultima volta che mi hanno detto che non si poteva raggiungere un posto ero al Burlington a Mayfair (che non è recensito per l'"impossibiltà di esprimere un giudizio": vorrei tornarci in altre serate): sono tranquillamente sceso nella zona per "membri" e tutto sto dire sinceramente non l'ho visto...Paradossi dell'era moderna, del "fashion", del "glamour" e di tutte le altre boiate che ci si inventa per essere trendy...Posti talmente esclusivi che non c'è mai anima viva...
Ah...Mi hanno detto che si pronuncia A'-mi-ka con l'accento sulla "a" e non "amica" come farebbe un italiano...L'essere trendy è anche una questione di accenti...E per così poco, è un prezzo che si paga volentieri...Da tornarci al più presto...

venerdì 25 aprile 2008

Riki KK

Scrive Paulo Coelho in uno dei miei libri preferiti, "Il Manuale del Guerriero della Luce":

" Un guerriero della luce non dimentica mai la gratitudine. Durante la lotta è stato aiutato dagli angeli. Le forze celestiali hanno messo ogni cosa al proprio posto, permettendo a lui di dare il meglio di sè. I compagni commentano: "Com'è fortunato!". E talvolta il guerriero ottiene assai più di quanto le sue capacità consentano. Perciò, quando il sole tramonta, si inginocchia e ringrazia il Manto Protettore che lo circonda. La sua gratitudine, però, non è limitata al mondo spirituale: egli non dimentica mai gli amici, perchè il loro sangue si è mescolato con il suo sul campo di battaglia. Un guerriero non ha bisogno che qualcuno rammenti l'aiuto degli altri: se ne ricorda da solo, e divide con loro la ricompensa".

In questi giorni è arrivato qui a Londra un carissimo amico, Riki...E' sempre stato una sorta di "angelo custode", o comunque si è materializzato nei momenti più difficili: si può dire che sia la persona giusta al momento giusto...Anche lui un "guerriero" onesto e coraggioso, pronto a condividere il lungo viaggio...
Allora grazie Riki! E benvenuto...Insieme nell'inizio di questa nuova avventura...

Buon viaggio...

venerdì 18 aprile 2008

Nostra Signora dei Derivati

I pellegrinaggi, si sa, fanno parte della religiosità, delle tradizioni, e della cultura (quando non del solo folklore) di un popolo...Anche io spesso sono stato in luoghi simili, a cercare "grazie" particolari o semplicemente perchè coinvolto in viaggi che, purtroppo molto spesso, hanno un gusto molto più vicino alla superstizione che alla "pura" devozione religiosa...
Ma non solo luoghi propriamente "di culto" possono diventare meta di pellegrinaggio...Esistono posti, assolutamente laici, che comunque assumono un'importanza tale nella vita delle persone da essere paragonati a destinazioni simili...Per uno che come me, ad esempio, è cresciuto con il mito di Michael Douglas/Gordon Gekko in Wall Street o leggendo "Barbarians at the gate" (i grandi "deals" dei ruggenti anni '80), il Financial District di New York ha assunto questa connotazione...E così il primo giorno che ero lì in vacanza, sotto la neve e con lo stesso atteggiamento da pellegrino sul cammino di Santiago, da Times Square sono arrivato a piedi a Wall Street, finalmente, a contemplare il luogo/immagine appartenente più alle mie fantasie che alla realtà, ma non meno privo di significato...E così a bocca aperta davanti al NYSE (la Borsa valori della città), al residence Cipriani al numero 42 e, poi, al palazzo di Citibank, uno dei massimi simboli (fino ad allora, quando la crisi dei mutui "subprime" era ancora un'ipotesi da studiosi) del capitalismo mondiale...E lì davanti, tanta la devozione, ho anche rischiato di morire "sparato" da una guardia armata perchè ero a fotografare il palazzo, ormai un obiettivo sensibile dopo il 9/11...
Ora sono a Londra, e tale venerazione non potrebbe che essere per il London Stock Exchange, una delle Borse più potenti al mondo, e che ultimamente si è fusa (per modo di dire) con la Borsa di Milano...In questi giorni si è materializzata la possiblità di poterci andare in visita con l'università al modico prezzo di 25 sterline (una cena da ITSU per intenderci) e io e il Dottor Ricca (perchè la segnalazione è partita da lui) non ci siamo lasciati scappare l'evento...Certo ormai, avvenendo le contrattazioni in modo "telematico" c'è ben poco da vedere...Le Borse Valori mantengono giusto palazzi di rappresentanza: lontani i tempi di operatori che sbracciano e annotano prezzi e quantità su miseri foglietti di carta! Ma il fascino di luoghi simili rimane immutato...L'edificio del LSE è niente male...Ultramoderno, vetrate e poltrone di pelle...Insomma potrebbe essere benissimo la sede di un'agenzia di comunicazione o di pubblicità...Per il resto, un simpatico signore inglese che lavora per la Borsa da 22 anni ci ha spiegato un po' di cose in una sala conferenze che poteva essere benissimo quella di un hotel, lasciando me il Dr Ricca un po' delusi, visto che avremmo volentieri visitato lo stabile stanza per stanza, magari a cercare di carpire qualche segreto della finanza internazionale, o a sgamare movimenti anomali di trading legati agli "insider"...Ma certo non ci siamo lasciati sfuggire il momento "delle foto", per quanto fosse vietato scattarle...Alla fine 25 pounds per dire "c'eravamo" sono sicuramente eccessive, ma l'aver varcato una soglia così "immaginariamente" importante ci ha fatto sentire più vicini a quel mondo edonistico della "Milano da bere" tipica di un ventennio fa...Non male il servizio di tazze con cui abbiamo sorseggiato il solito black coffee annacquato, che da buoni italiano abbiamo pensato in un primo momento di "imboscare"...Peccato che gli altri partecipanti non ci abbiano lasciato nemmeno un biscottino...Magari la prossima volta, quando varcheremo forse quelle soglie da Amministratore Delegato e Direttore Finanziario...
D'altronde sognare serve anche a questo...Puoi essere chi vuoi senza dover necessariamente avere un PHd in Matematica o Fisica...
Paradossale il mondo della finanza...Le banche e le società finanziarie cercano gli "smartest guys" per poi ritrovarsi con buchi miliardari nei bilanci e una crisi finanziaria (causata per lo più dalle cose di cui mi occupo) che non ha niente da invidiare ad altre nel passato (senza evocare gli spettri del '29)...Ha ragione Paolo Conte..."Era un mondo adulto...Si sbagliava da professionisti..."...

domenica 13 aprile 2008

Le Città Invisibili


Approfitto di questo giorno di pioggia per condividere con voi forse una delle pagine più belle della letteratura italiana...Oggi è uno di quei giorni in cui il "viaggio" mi sembra più lungo e stancante del solito e la città mi sembra così grande e inconsistente...
E' il finale de "Le città invisibili" di Italo Calvino...

E' Marco Polo a parlare: " L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n'è uno, è quello che è già qui, l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e approfondimento continui: cercare e sapere riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio".

mercoledì 9 aprile 2008

Army & Navy Club...

Questo è veramente un "maverick", cioè un "cane sciolto", una "mosca bianca" tra tutte le mie recensioni...anche perchè non è un posto in cui potrò rimettere piede visto che è un club privato tra i gentleman's club di Pall Mall, storica via ospitante i club aristocratici più importanti...Non so come ci sia andato a sbattere! E' arrivato a casa in Queen's Gate l'invito (indirizzato a mio padre) per un piccolo convegno sulla gestione del risparmio da parte di una società inglese...Era a Londra e così ho deciso di rispondere io...Anche perchè la location meritava davvero: il circolo dell'Esercito e della Marina Inglese di Sua Maestà in una delle vie più prestigiose di Londra! Effettivamente della gestione del risparmio non me ne poteva fregare di meno, visto che me ne occupo tutti i giorni per motivi miei! Quello che mi attirava davvero era entrare in uno di quei "gent's club" visti tante volte nei film...E devo dire che non sono stato deluso: d'obbligo la giacca e la cravatta per gli uomini, vietato il telefonino se non in alcune sale (per non disturbare le attività del circolo come la lettura) e via discorrendo...Mi aspettavo un pubblico più "giovane" e invece mi sono trovato degli arzilli vecchietti alle prese con la gestione dei propri soldi! Le "ladies" sembravano tante Miss Marple (per chi avesse letto almeno una volta i romanzi di Agatha Christie): distinte signore inglesi sempre pronte a fare battute e a sorseggiare tazze di the (immancabili le zollette di zucchero e il latte...)...Gli uomini erano in abito e fazzoletto al taschino...C'era un signore con cravatta e spille di qualche antico club locale...Insomma...Un pubblico mai visto fino ad ora! E se il grande economista inglese John Maynard Keynes aveva ragione sostenendo che "nel lungo periodo saremo tutti morti", almeno metà dei presenti non doveva esserci per ragioni anagrafiche...E tutti incuriositi del fatto che io fossi il più giovane in sala...Ma davvero mi sono divertito in un modo incredibile! La cosa più interessante è stata sentire un signore inglese russare profondamente sull'argomento "tasse" (anche io stavo iniziando...) e vedere che i presenti, con modo di fare perfettamente british, facevano finta di nulla!
Simpaticissimo notare che i bagni per i gentlemans avevano anche guardaroba, tutto il necessario per lucidare le scarpe, poltrone, cappelliere e stanze grandi quanto uffici...E c'era anche la possibilità di avere il barbiere! Fantastico! Il lunch finale devo dire anche che meritava...tramezzini, torte rustiche, fritti vari, dolci e frutta...E del Bordeaux che si lasciava bere con molta facilità! E bevuto con una vecchietta di origini armene che racconta il suo esodo verso l'Inghilterra, ha tutto un altro sapore!

Goodnight Gents and Ladies!

domenica 6 aprile 2008

Sakenohana?! L'Aura non c'è...

Rivelazione delle rivelazioni...Dopo anni di dubbi sul locale che si nascondeva in un sotterraneo di un palazzo adiacente al Ritz su St James Street, siamo riusciti a venirne a capo...E a varcare le Colonne d'Ercole della nightlife londinese...Prima il dubbio ha attanagliato me e il compagno di merende Giulio fin da quando eravamo adolescenti, per poi diventare un'ossessione mia e del cugino franz...E allora via da dove tutto è cominciato...

AURA (Mayfair): la chimera delle chimere. "Dove andranno mai tutti quelli che escono il sabato sera?", ci chiedevamo quando eravamo ragazzini...Di sicuro in qualche discoteca, ci dicevamo! Poi finivamo nelle discoteche più "cheap" (but not chic) dove, sì, le persone c'erano, ma non erano quelli delle grandi occasioni...E così elaborammo la teoria di feste e locali "sotterranei", underground nel vero senso della parola...Esisteranno, insistevamo io e Giulio, dei locali dove tutti vanno ma che "non si vedono", sconosciuti ai più perchè per entrare si passerà dai tombini, da porte senza targhe o alcuna luce...Ma è lì "la vera festa"...Ne eravamo convinti! E così era...E iniziarono gli anni del Chinawhite, dove buttafuori e un cordone rosso davanti ad una porta dismessa rossa di metallo, separavano i comuni mortali da un mondo fatto di flash, auto di lusso, modelle e paparazzi...e poi di non si sa che cosa...Al China ci arrivammo per direttissima, ma un luogo, più di altri, rimase inaccessibile a noi e alla nostra immaginazione...Un club che da poco abbiamo scoperto si chiama Aura...Lì, con buttafuori e il solito cordone (stavolta nero) davanti ad una scalinata che secondo noi avrebbe portato al centro della terra...All'essenza della vita notturna che avevamo fatto fino a quel momento...Sarebbe stato il Graal delle discoteche...il Novavita di tutti i Novavita dell'universo...(vedete gli effetti che buttafuori e cordoni possono fare sulle menti più deboli)...E quest'immagine si radicava sempre più tutte le volte che con il 9 si tornava a casa e bellissime donne in minigonna si accalcavano per entrare...
E ieri, dopo una serie di magheggi, siamo riusciti ad entrare anche senza pagare alcunchè...Poteva essere un segno del destino...Ma avremmo dovuto lasciare il mito di Aura intatto...Delusi peggio dei bambini...Certo il club era molto frequentato...Fondamentalmente, come tutte le discoteche, non è nulla di che...Uno stanzone e un paio di lampadari...La clientela è meno "internazionale" rispetto a quella del China: diciamo che nel caso di Aura è prevalentemente proveniente dal Far East...E questo, forse, ti fa sentire anche un po' "fuori luogo"...Venendo al dunque...dopo un drink, abbiamo rimesso tutte le nostre aspettative ormai deluse e infrante nelle valigie, e prosaicamente ci siamo diretti al Chinawhite, che anche dopo molto anni fa ancora la sua figura...Quello si che è diventato un po' il nostro Novavita...Ma ormai, comunque, e da buoni avventurieri, abbiamo già la nostra nuova impresa...Amika Club...Arriveremo...

SAKENOHANA (Mayfair): sulla stessa via di Aura, è l'ultimo ristorante del fondatore di Hakkasan, Wagamama e Busaba, l'ormai leggendario Alan Yau inaugurato nel novembre dello scorso anno...E cosa ci si può aspettare da posti del genere arredati in simil-IKEA style come se si fosse andati al punto vendita di Vimercate? Il posto vale il viaggio, come si dice sempre...Sakenohana occupa due piani di un palazzo di vetro sulla St James Street al numero 23 e da fuori si presenta subito come un'eccezionale esperienza visiva...Canne di bambù pendenti che fanno filtrare la poca luce che viene dalle lampade alle pareti...L'ingresso potrebbe essere quello tipico di un palazzo di una corporation con reception e tanto di scale mobili che ti portano al piano di sopra...Al pian terreno c'è il tipico sushi bar alla Kiss Me Licia, ma per il ristorante si devono salire scale lunghe quasi quanto quelle della Piccadilly Line alla stazione di King's Cross...L'essere arrivati con una decina di minuti di ritardo, avrebbe dovuto evitare il rito ormai religioso dello Chablis...Ma nulla! Mr de Nigris, the table is not yet ready! Please enjoy something from the bar in the meantime...Che significa: preparatevi ad aprire il portafoglio, e state zitti! Stavolta abbiamo rinunciato allo Chablis per assaggiare uno dei Martini cocktails della lista...Mi sono astenuto dal chiedere un Martini Vodka agitato e non mescolato...Ma il contagio della civiltà delle immagini comunque non ha fatto prigionieri, visto che Franz e Manu hanno ordinato 2 Apple Martini..."E' quello che beve sempre Lex Luthor in Smallville", mi hanno detto...Come si può dire di no al fascino di Mr Luthor? E io che pensavo di essere già vecchio per OC...Il problema di Smallville è che è troppo complesso, e non sopporto il fatto che quel cristiano di Clark non riesca nemmeno dopo 1.000 puntate a dire un ca... di ti amo a Lara, Lana, boh?! Mah...Comunque io ho preso un Saketini (martini + sake), che non è stato per nulla male...Poi, finalmente, ci hanno trasferito in sala...L'esperienza della sala è davvero appagante: il fatto di avere dei soffitti molto alti, dà una spazialità incredibile che sembra di essere in un palazzo di Manhattan...E poi i tavoli quadrati verso le vetrate permettono di sedersi scalzi su dei cuscini in delle "isole" sapientemente distanziate...Vi dico solo questo: immaginate solo la distesa di scarpe...E questo potrebbe essere un problema per chi avesse certi problemi...Ma il fatto che sia un ristorante estremamente esclusivo, ha tenuto alla larga tutti quelli in Nike...O quantomeno le hanno messe da parte per l'occasione! Insomma ci si è risparmiato quell'odore da selezione di formaggi francesi che sarebbe entrato in contrasto con la Miso soup o con il granchio imperiale (nel prezzo, fratelli, nel prezzo, perchè i giapponesi a porzioni...)...Il servizio in luoghi simili è sempre impeccabile, anche se a tratti ossessivo...I camerieri sono un esercito, e di sicuro ce n'è anche qualcuno in borghese vestito da cliente...E' uno di quei posti, alla fine, dove ti senti in imbarazzo anche se prendi la tua stessa bottiglia di vino dal cestello...Il cibo era buono e ben preparato, anche se la filosofia di preparazione e cucina di Wagamama fa si che le portate arrivino senza un ordine preciso, così come vengono preparate al momento, perchè questo dovrebbe contribuire in freschezza...Insomma, alla fine ci siamo ritrovati con una nuova portata di uno starter con cui avevamo cominciato...E il riso è arrivato poco prima della fine quando ormai aveva perso ogni utilità, se non quella di riempire lo stomaco e di assorbire il vino e e lo champagne...Qui bisogna ammettere che Manu si è espresso al massimo delle sue potenzialità, concludendo con una bottiglia di Moet esaltante nel perlage (che bello, per la prima volta ho detto "perlage")...Non che ordinare il vino sia stato facile...Il vino lo si ordina seguendo una trafila differente: si chiede al cameriere, il cameriere notifica il tutto al responsabile di sala che poi contatta il sommelier...Se il sommelier sta servendo altri tavoli, sei finito...Perchè un cameriere "semplice" non si può occupare anche del vino...Strani sti giapponesi...Hanno il metodo di produzione flessibile Toyota e si perdono nel vino...Ah...Il sommelier ha l'aspetto di uno dei samurai di Kurosawa, ma senza katana...Ordinare il vino è quindi un po' come seguire il Bushido...la via del samurai...Sono cazzi quando ti perdi, però! Una nota finale la merita il bagno...Per andarci si deve prendere una scala mobile e un ascensore che ti porta fino al basement...Ma il bagno è uno dei punti di forza del ristorante: essenziale e pulito che viene voglia comunque di fare qualche bisognino! Anche perchè dopo tanta abitudine ai bagni dei pub inglesi, questo è un'isola felice...E poi i rubinetti sono stati sostituiti da cascate di plexiglas azionate da fotocellule...Io mi ci sono messo a giocare come i bimbi, per cui vuol dire che mi è piaciuto davvero! Se i ristoranti inglesi, però, costano cifre spropositate...Sakenohana ne è il caposcuola! Nulla può giustificare tanto...anche se rileggendo la ricevuta ci siamo accorti che tra lo Chateau e il Moet, forse non era solo questione di cibo...Ma come si suol dire: "calava"...E noi non ci siamo fatti scrupoli...Da veri samurai!
Banzaaaaaaaaaaaaaaai!

MET BAR (Park Lane): la moda dei bar dei grandi alberghi ha conquistato anche noi...Non c'è niente di più chic, fashion, o glamour (quando inizi a parlare così significa che ti sei proprio rinco...) ora che fare l'happy hour o l'after dinner in uno dei bar hi-tech e ultra moderni costruiti negli alberghi delle catene più famose...E così ieri ci siamo fermati a Park Lane al hotel Metropolitan (quello che al primo piano ospita il primo storico NOBU) che avrebbe dato i natali ad un locale molto "crowdy and trendy" che davvero fantasiosamente prende il nome di MET BAR...Il bar era vuoto, e parlando anche lui come una guida il cugino Franz ha usato un favoloso eufemismo: "il fatto che non ci sia gente, te ne fa apprezzare e gustare molto di più l'architettura". Cioè era talmente vuoto che si vedevano anche i minimi dettagli, quelli a cui uno non farebbe mai caso...Mi sono fatto un bicchiere di Pinot e, come stuzzichini, ci siamo buttati su una selection di cosette, indovinate di quale provenienza?!, giapponesi...E il tutto fa anche un po' ridere, perchè queste mode "anche un po' forzate" dopo un po' diventano immagine e caricatura di loro stesse...Come se per essere trendy o aggiornati si dovesse, per obbligo, conoscere la cucina nipponica...Mah...Comunque io e Franz stiamo lavorando per riportare in auge il "rozzo chic", dove le uniche bacchette che bisogna imparare a maneggiare sono quelle degli arrosticini!
Poi a Manu è saltata in mente una domanda giusta ed efficace..."ma signorì...quando dobbiamo venire qui per incontrarci anima viva?!"...E lei comprendendo subito dove volevamo andare a parare..."La sera...ma la sera, qui è aperto solo ai membri"...Come dire: non provateci nemmeno che tanto non potete entrare...Ma la signorina in questione, forse, non ha capito di che pasta siamo fatti ancora...

Fellinianamente

Finalmente...Siamo di ritorno! Tanti mi chiedevano aggiornamenti visto che le vacanze pasquali mi hanno riportato al paesello natio e l'ultima mia apparizione su queste pagine risale a settimane fa...Questa volta, oltre al solito cugino Franz (ormai una pietra miliare nelle recensioni del blog) è stato essenziale il contributo di Manu, venuto dall'Italia appositamente per un weekend di festeggiamenti in occasione del suo non-compleanno o "non ancora" compleanno...(grazie Manu!)...Qualcuno dice anche che dovrei trasformare il blog in "qualcosa di più"...vedremo, naturalmente...Per ora godiamoci la nostra "second life" qui nella capitale dell'Impero, imbiancata da una nevicata fuori stagione...Se parte...

LOCANDA OTTOEMEZZO (Kensington): nella parte meno conosciuta di Kensington, è un ristornante italiano che naturalmente prende il nome dal film capolavoro di Federico Fellini e la locanda ha infatti qualcosa di sospeso e stranamente surreale tipica delle atmosfere felliniane...Il locale risulta molto accogliente e caldo all'arrivo...Le candele farebbero da cornice (o come io e Franz amiamo dire...da "framework" che è un termine tipico della business consulting) ad una cena a due con una ragazza. Infatti il luogo non è adatto per grosse tavolate, altrimenti i cuochi sarebbero costretti a cucinare in strada...Emilio il proprietario è un simpatico signore marchigiano che non manca di partecipare o dispensare brindisi...E questo non può che rendere il tutto ancora più piacevole...Anche perchè la cucina è sicuramente buona e genuina, ma non vale tutti i soldi spesi...Dopo un raviolo con delle uova di quaglia, mi sono fermato su un filetto di manzo di quelli che hanno 2 righe di titolo ma 2 pezzetti in un piatto grande come un monolocale milanese...Non è vero, dai...La porzione era piuttosto generosa: ma di certo doveva essero perchè era comunque la portata più costosa del menu...La carne sicuramente meritava più dei ravioli...Alla fine quello che, forse, si apprezza più di Ottoemezzo è la sua lontananza dal caos del centro, in un quartiere fatto di antichi negozi d'arte e shop dell'epoca vittoriana...E il lampione che c'è di fronte al ristorante potrebbe essere uno di quelli che compare nei quadri di Magritte...Qualcosa alla "L'Impero delle luci"...(chi non ricordasse, prego tirare fuori i libri ancora sigillati di storia dell'arte del liceo...)...

lunedì 10 marzo 2008

Momo

Questa volta dobbiamo essere davvero critici...Negativamente critici! Dico dobbiamo perchè questo post lo considero scritto a 4 mani e cioè con il solito cugino Franz in arrivo dal Kent...Questa volta ci siamo dati alla cucina marocchina di Momo che pare sia molto famoso qui...Il bello è che abbiamo rinunciato alla cucina polacca di Wodka per venire qui...

MOMO (Regent Street): tra L'Artic Bar e lo Strawberry Moons, questo ristorante marocchino ingloba un disco/lounge al piano di sotto. Avevamo il tavolo per le 22.30, ma come al solito non era pronto...Pensavamo scattasse l'operazione vino francese, ma non c'è un bar dove aspettare (una volta che lo cerchi tu, non c'è!) e purtroppo sabato sera pioveva...C'erano dei tavoli all'aperto con narghilè incluso ma tutti pieni...Insomma ci è toccato aspettare passeggiando qua e là per Heddon Street, che è una simpatica via semi-chiusa su un lato...Poi siamo riusciti ad avere il nostro tavolo, attaccato ad un altro di italiani...Questo era occupato da 3 tipe incartapecorite e da un uomo oltre i 40...Una delle 3 tipe sembrava Marta Marzotto, ma sicuramente Marta Marzotto è più simpatica...L'esperienza del locale è sicuramente di impatto: arredamento tipico marocchino, tavoli bassi, cuscini e candele in ogni angolo...Non è il posto dove andarci in coppia, però! Per cui dimenticatevi la solita bella ragazza...:-) Il fatto è che la musica troppo alta impedisce ogni comunicazione...Magari andateci se volete litigarci con la bella ragazza, di sicuro non se ci volete fare "pace"! Il cibo non vale assolutamente il prezzo se comparato con altri ristoranti dello stesso genere...170 portate condensate in 3 piatti se si sceglie il menu fisso...L'atmosfera è simpatica e frizzante: quella dei fine settimana modaioli insomma...Purtroppo però la serata non decolla...Un attimo abbiamo pensato che la serata potesse evolversi in qualche verso: musica più alta, candele, un po' di show dei camerieri ma...Niente...solo 3 compleanni e spente le candeline tutto come prima...Allora abbiamo provati a scendere al Kemia Bar ovvero il club sotterraneo ma siamo stati allontanati con la solita scusa del "private party"...Ed essere allontanati dopo aver speso 150 sterline è poco educato e sicuramente fastidioso...Insomma...Per concludere: a meno che non si riesca a scendere di sotto, si mangia un po' meglio che in discoteca ma si paga quanto una Michelin...Notiamo l'assenza di un lounge bar sullo stesso piano del ristorante dove iniziare e concludere la serata...La musica troppo alta almeno dovrebbe introdurre a qualcosa di nuovo che invece non c'è...Lo staff non brilla per simpatia, ma una stella va alla cameriera italiana che ci ha servito sotto effetti chimici a dir poco sospetti...Esagitata e paranoica, ma alla fine simpatica ed efficiente!
Il sito lo aggiungiamo solo perchè è bello...La prossima volta solo guest list per il club...Ma a cena da Maroush o da Pashia...una cena al Momo vale 3 Maroush con la differenza che Maroush è impagabile...Per tutto il resto, ahimè, c'è sempre la Mastercard...

domenica 2 marzo 2008

Barcollo ma non mollo

Ben trovati sulle pagine di quello che più che un blog inizia ad essere una vera propria guida alla "nightlife" londinese...Oltre ad aggiungere la recensione della settimana, mi sono tornati in mente un paio di altri posti che avevo proprio dimenticato ma che meritano una nota...

BRINKLEY'S (Chelsea): in questo ristorante con bar davvero affollato ci siamo incappati per caso, by chance come si direbbe qui...Il solito cugino che arriva dal Kent per il weekend, la solita birra o il solito drink, e il solito dilemma del fine settimana..."Dove andiamo a mangiare stasera!? Che facciamo!? Dove prenotiamo!?". Qui prenotare è religione e se vuoi mangiare qualcosa in più del solito Whopper di Burger King o il pollastro sfritto di KFC, venerdì-sabato e domenica devi prenotare assolutamente...Ma la sua visita, stavolta, non era contemplata per cui ci siamo ridotti a fare le cose all'ultimo momento...Telefona che ti telefona ai baffoni dell'892 892...Chiama al Pasha (anche se sarebbe stato meglio chiamare lui di persona)...Vai alla Locanda Ottoemezzo (ancora non recensita, but coming soon)...Vedi L'Etranger...iIl ristorante polacco Wodka nemmeno (ma qui ci si dovrà andare perchè ci sono delle valide e bionde ragioni)...Ma nulla! Tutto pieno. Magari qualcosa per le 23.15 ma non era nemmeno detto...Insomma si torna a casa...Si sfoglia una guida "ufficiale" e cioè la Zagat e bum! Esce fuori il nome prima di un tentativo anche alla Bombay Brasserie con tanto di indiano del call center che ti risponde da Bungalore...E il nome è Brinkley's. La prima riga della guida dice: "è il posto preferito dalle ragazze di Chelsea e dalle loro compagnie"...Nooo...Solo per questo...Chiamata...Libero...Risposta...E si...il tavolo c'era! Ora bisognava vedere se la guida diceva il vero in merito alle ragazze...Bene...Parcheggiamo la macchina, entriamo e sì...La guida dice il vero. Grazie "Marco" Zagat...Il posto è una sorta di bistrot, ma il risultato è dei più accoglienti. La sala con i tavoli era piena di sole donne (belle donne) e forse è anche per questo che il cibo sembrava più buono del dovuto...Il menu è di come pretese: pochi piatti (la Zagat dice cucina "eclettica" per dire che fa un po' di tutto), ma comunque ben cucinati. Il conto non è dei più dolci, ma ho visto cose peggiori...E poi ci sono cose che non si possono comprare, viste impagabili...Per tutto il resto purtroppo, e dico purtroppo, c'è Mastercard...

EIGHT OVER EIGHT (King's Road): proprio di fronte all'Osteria dell'Arancio, questo lounge bar con ristorante sul retro propone una cucina fusion ispirata all'oriente (oddio, inizio a parlare davvero come una guida) ed è recensita anche dalla più prestigiosa Michelin. La cucina non l'ho provata, ma alla fine a Londra sa sempre tutto un po' di "fusion con tendenze orientali". Solo con tanto aglio e cipolla...Ho avuto solo la fortuna di andare un paio di volte al bar, sempre pieno e affollato tanto che il risultato finale, anche per chi mangia al ristorante potrebbe essere quello di un posto troppo "crowdy" e rumoroso...Ma il posto vale il viaggio. I cocktail non sono male e la popolazione è sempre quella un po' chic di Chelsea...Che tradotto significherebbe, come dice un mio caro amico romano, che è "sempre pieno de fighe". Come dargli torto...La prima volta ero, stranamente, in compagnia del cugino Francesco e siamo rimasti in contemplazione Zen per una mezz'ora di due tipe sedute sulle poltroncine...Una biondina e una ragazza bruna dai lineamenti orientali: modelle o chi per loro...Qualcosa di stratosferico...Da togliere il fiato...O forse era solo la mia VISA che iniziava a risentirne...

MAMILANJI (King's Road): questo non lo ricordo. Non lo ricordo davvero...Ho dei vaghissimi flashback, ma potrei essermi inventato tutto. Mi ricordo che ha sale su più piani...E al bar superiore mi sono bevuto un rum & coke...E i tavoli erano separati da tendine luminose...Pare sia carino...Ma non ero nelle condizioni adatte per ricordare...:-) Ricordo però di aver ballato almeno un'ora sul cubo insieme a delle ragazze con Francesco che ogni tanto segnalava che andava a fumare...Ma per il resto non c'era verso di farmi scendere...Non so come sia sceso: forse abbattuto da un Royal Marine, forse tirato giù da qualche fidanzato geloso (che forse era anche un Royal Marine)...Tutto il resto è noia...Ci dovrò tornare se questo posto esiste davvero...Se esiste lo potete trovare in King's Road...

Talk to U soon!

mercoledì 20 febbraio 2008

Abacus Bar

Effettivamente dovrei cambiare mestiere...Ma si può dire che capitavo di qua per caso...Nel senso che avevo appuntamento con un ragazzo conosciuto da poco che lavora per una grossa Agenzia di Rating (ora troppo lungo spiegare cosa siano ste agenzie di rating e anche di poco interesse) e lui mi ha dato appuntamento in questo bar, che si trova nella City ma che più City non si può (a 50 metri dalla Banca d'Inghilterra, Cornhill Street)...E non poteva che non finire tra le mie selezioni...

ABACUS BAR (City): a fianco al vecchio palazzo della Royal Exchange (e di fronte al negozio di intimo Agent Provocateur, che ho ammirato mentre aspettavo...Intimo femminile, of course!), questo lounge bar/etc./etc. è frequentato da tutto il dopo-lavoro "finanziario" della zona: i soliti broker, trader e banchieri...Li vedi tutti belli incravattati e in abito scuro, e infatti per trovare questo ragazzo ho dovuto assistere ad un confronto all'americana...Ma a differenza del The Gable, questo Abacus è pieno di belle ragazze...Ora mi sono chiesto: che non lavorino in finanza?! Che facciano altro?! Eppure è la City...Ora sono alla ricerca dei posti in cui lavorano per mandare il mio CV (si vede che ho delle motivazioni forti...)! Ho assaggiato solo la birra per cui non posso dire cosa abbiano di speciale, o se il cibo valga la pena di essere assaggiato...Ma se si è di strada nella City, una fermata può essere opportuna! Consiglio almeno una giacca, giusto per non sentirsi fuori luogo...Giudizio complessivo: ci tornerò...

Per ora, vi do una buonanotte analcolica...:-)

martedì 19 febbraio 2008

Business as Usual!

Fantastici questi inglesi...Più ci sto vicino e più mi piacciono! Anzi...sto pensando di tatuarmi sulla spalla destra il Bulldog con la scritta "England" come i veri hooligan! E' di ieri la notizia che il governo inglese nazionalizzerà "temporaneamente" la banca Northern Rock, quella per cui si era verificata l'estate scorsa una vera e propria corsa agli sportelli. La banca era stata investita, con il propagarsi della crisi dei mutui ad alto rischio negli USA e qui nel Regno Unito, da preoccupazioni tra i risparmiatori circa la sua solvibilità e la capacità di garantire tutti i risparmi depositati. Per cui ci sono state scene da crisi del '29, con la gente in fila per ore a ritirare i propri soldi! In genere si chiamano "profezie che si autoavverano", nel senso che è solo la "credenza" che la banca stia fallendo a falla fallire realmente! E il panico fa il resto...E in questi casi basta pochissimo a diffondersi! E' un po' quello che succede nel film Mary Poppins...
Da quel momento la banca è stata sotto l'attenzione della Bank of England e di tutto il sistema finanziario mondiale...Ci sono stati continui inviti alla calma da parte del management, anche perchè effettivamente il panico non era ben giustificato da motivi fondamentali. Certo è che la banca si è ritrovata in una crisi di liquidità, e ci sono stati anche tentativi di acquisizione da parte di una cordata composta dai fondi di Private Equity Jc Flowers, Cerberus Capital Management e dal braccio finanziario della Virgin di Mr Branson! Tentativi che però il governo britannico non hai mai visto di buon occhio...E infatti ora ha deciso una mossa che ha spiazzato mercato e analisti, quasi un ritorno al passato: la banca sarà nazionalizzata. Un colpo durissimo alla reputazione del sistema finanziario locale, da secoli incentrato sulla proprietà privata e sulle regole del mercato.
Ma quello che stupisce davvero, è come in tutto questo non si perda il modo tipicamente "british" di fare e comunicare cose del genere...Il tono pacato ed elegante da "gentlemen"...L'utilizzo nei comunicati ufficiali di termini come "temporaneo" che il mercato si chiede cosa possa significare: 6 mesi, 1 anno, 5 anni!? Quanto!? E poi il comunicato ufficiale che oggi si ritrova affisso alle vetrate di ogni filiale Northern Rock, con la scritta "BUSINESS AS USUAL"...Come a dire che anche in una tempesta del genere le cose continueranno come al solito, e gli affari proseguiranno comunque...Grandioso! Mi fa pensare al mio vicino di casa, Jonathan...E' un distinto signore inglese, di quelli veri, che quasi non si vedono più a Londra...E' un critico d'arte, veste sempre con abito e cravatta e porta l'ombrello...Una delle prime volte che lo incontravo, da italiano, chiedevo come stesse (insomma le solite cose che si dicono per cortesia per iniziare un discorso, anche perchè viviamo uno di fronte all'altro) e lui con fare riservatissimo mi rispose..."Not too bad"...Non troppo male! E poi a casa...Cavolo, pensai...Questa si che è la vera riservatezza inglese! Con il passare del tempo, però, inizi ad apprezzare certi modi di fare e ti rendi conto che siamo noi italiani quelli che devono "strillare" continuamente, quelli che fanno le "piazzate" (ci riconosciamo ovunque nel mondo, e spesso perchè siamo alquanto maleducati)...Non sono tante le cose che magari possiamo apprendere dagli inglesi (ancor meno quelle che potremmo imparare dagli americani), ma forse questa è una di quelle...Lo so che non è nel nostro DNA, ma sarebbe un interessante esperimento umano e sociale...Sarebbe bello vedere, ogni tanto, qualche italiano qui a Londra un attimino più "polite" nei modi...

Evening, Sirs and Madams...

lunedì 18 febbraio 2008

The Gable...Eclipse


Altro post su un paio di locali...Cerchiamo di rendere la guida sempre più completa...:-)

THE GABLE (City): è un pub/wine bar che si trova a Moorgate non troppo distante dalla mia università. E' nel cuore della City, per cui la popolazione che si incontra è quella del dopo lavoro: avvocati, broker, consulenti vari...E' grande e vivace fino alle 9 di sera. Poi tutti a casa perchè la City diventa deserta! Io ci sono stato un paio di volte...E' il luogo adatto per farsi un paio di birre dopo le lezioni. Hanno la Leffe, per cui mi sento a casa...Ora...Purtroppo c'è un lato delle cose che studio che proprio non mi cala: in finanza ci stanno donne non bellissime...Brave e simpatiche, forse, ma bellissime proprio no! Non capisco come mai ma le belle donne studiano sempre altro: commercio internazionale, arte, letteratura, marketing...Forse sul marketing capisco anche perchè...Per non parlare di quelle che studiano Pubbliche Relazioni...Per cui al The Gable potrebbe essere interessante trovarne qualcuna...E chissà che non siate fortunati...La fortuna gira, e spesso si ferma anche a Moorgate...

ECLIPSE (Chelsea): qui non ci ero davvero mai venuto...Strano, perchè si trova prima del Vendome e di Art Bar, e tra questi è ITSU. Ieri l'ho sperimentato per la prima volta all'ora dell'aperitivo. Era l'unico pieno mentre i precedenti erano vuoti...Stranezze londinesi! Siamo entrati e davvero il posto merita una presenza...Locale intimo, solito bancone da cocktail bar, luci soffuse, sedie di pelle...E' il classico posto dove portarci una bella ragazza...Vi aspettavate questa frase, eh!? E invece no...Magari qualche bella ragazza vi aspetta già all'interno...Ieri all'Eclipse la percentuale di quelle che, come dire, "si occupano di finanza" era bassissima, tendente allo zero...Insomma è un gran posto e i Water Melon Martini finiscono che è una bellezza, come i pounds nel portafoglio! Se volete fare un po' di scena...una buona bottiglia di champagne facilità i contatti...

Alla prossima bevuta...Cheers!

venerdì 15 febbraio 2008

L'odore dei soldi...

Non so se avete mai visto il film Boiler Room - 1km da Wall Street, con Giovanni Ribisi, Ben Affleck e Vin Diesel, ma c'e' una scena del film che mi e' tornata in mente quando stamattina ero nella saletta di una societa' di "recruiting" per un colloquio, in uno dei quartieri piu' esclusivi di Londra: Pall Mall, dove hanno sede gli storici e assolutamente british "circoli privati" aristocratici.
Prima ho incontrato John, inglese cicciottello e simpatico (inglese per essere inglese), di quelli che si potrebbero incontrare al pub dopo le 5 e con cui finiresti tranquillamente la serata a parlare tra pinte, Manchester United e porcate varie sulle varie frequentatrici del locale...un inglese puro, insomma! Poi ho incontrato un altro ragazzo, piu' piccolo di me di un anno e di cui fortunatamente non ricordo il nome, che mi ha spostato un onesto e sincero nervoso. Si parlava delle ragioni per cui stessi facendo quel colloquio, del perche' volessi diventare un headhunter quando il mio CV dice chiaramente che non ho nessuna esperienza diretta con il settore. Ho provato a spiegare che forse ho piu' l'animo da consulente, che mi piace parlare con le persone, incontrarle...Pensavo che era una forma di "brokeraggio", ma almeno di persone reali, di "teste" (come si dice ora nel business) e che uno degli aspetti piu' interessanti del lavoro potesse proprio essere quello di trattare con le persone...Ed e' allora che mi e' tornato in mente Ben Affleck...Questo mio coetaneo inizia..."Io non faccio questo lavoro perche' come te mi piacciono i mercati o parlare con le persone"..."Io faccio questo lavoro per i soldi...Per guadagnare tanti soldi"..."Si incontrano e si chiamano tante persone arroganti..."...Mi sono trattenuto dal rispondere "Ah si? Si incontrano persone arroganti? Anche presuntuose? Quasi non me ne accorgevo se non me lo dicevi tu..."...Ecco Ben Affleck nel film: e' in una saletta piccola con tutti gli aspiranti broker..."Ho deciso di fare questo lavoro per diventare ricco, schifosamente ricco"..."Guardate le auto che sono parcheggiate la' fuori..."...E cosi' via...Mi sono sentito uno di quei giovani broker del film. Ma la cosa che iniziava a darmi fastidio veramente era questo descrivere il lavoro del headhunter come una miniera d'oro...Nei mercati finanziari esiste la zero-sum rule...Per uno che vince ce ne sono tanti che perdono...Oggi si vince e domani si perde! I miracoli raramente esistono...Come direbbe il mio amico Cristiano "la Borsa non regala nulla. Oggi da', e domani toglie"...Per cui ho fatto lo scettico, tipo vecchio affarista che ha a che fare con una vendita piramidale...E da qui penso che le cose siano decisamente sprofondate. Ma credo di aver suscitato il peggio quando sono stato io a fare alcune domande...E quello: "Generalmente le persone che vengono qui hanno una vaga idea di quello che facciamo, di chi siamo (tono da "lei non sa chi sono io")...E' la prima volta che uno arriva qui e chiede tutte queste cose circa il lavoro da svolgere". Questo deve averlo indispettito parecchio. Il colpo di grazia (per me, intendo) me lo sono dato quando il mio coetaneo di fronte mi ha chiesto: "ora da quello che hai saputo...cosa hai capito circa questo lavoro?"..."Che si guadagnano tanti soldi", faccio io...Ma il disastro era bello che combinato. Il succo finale e' stato: "Fatti un giro, vedi chi siamo e magari ritorna"..."Si, grazie per il tempo concessomi"...Vado e torno!
Leggendo anche il bellissimo articolo di Giannicola che compare oggi sul blog della sua societa' (e' il fratello maggiore del mio: cliccate su www.zetetesnews.blogspot.com), ho capito che forse io non ero e non sono cosi' focalizzato per diventare un headhunter. Uno degli scambi finali di battute con quel ragazzo e' stato sul fatto che per fare quel tipo di lavoro non c'e' bisogno di sapere di mercati o di economia, o altro...Allora presuntuosamente mi sono detto che almeno vorrei tentare una strada che mi permetta di applicare le mie competenze e qualita'! Purtroppo il futuro non lo conosco, ma so di essere focalizzato ora piu' che mai sulla fine di questo corso in derivati. Tante volte mi sono chiesto cosa sarei diventato al di la' di questo viaggio e ora che sono a meta', davvero non voglio mollare...
A marzo, se il Buon Dio vorra', avro' un colloquio con una delle societa' piu' importanti del mondo. Il colloquio "della vita", insomma...E' un anno che, segretamente, sto dietro al cristiano delle risorse umane di questa compagnia...E pare che il mese prossimo comincino le selezioni!
Confesso come ogni fallimento possa essere frustrante e avvilente durante il cammino...Ma alla fine l'uomo impara molto piu' dalle proprie sconfitte, perche' dalle vittorie c'e' poco da imparare...

Buon vento...

giovedì 14 febbraio 2008

Riflessioni di San Valentino

Premettendo che ho passato la serata con un caro collega sudcoreano che mi ha raccontato della sua conversione al cristianesimo mentre prima era anche peggio di me, quando sarei voluto stare magari con la donna della mia vita...beh...mi venivano in mente delle cose in questo giorno piuttosto particolare...San Valentino dovrebbe essere la festa di 'sti benedetti innamorati...(beati loro)...Ora, effettivamente, è la ricorrenza delle lobby dei fiorai, dei cioccolatieri e dei ristoratori...Però c'è un fatto...Non so dirvi se io sia mai stato pro o contro San Valentino. Generalmente si è o pro o contro. Non esistono categorie di mezzo...Ci sono i forzisti del San Valentino (quelli con la scatola di cioccolatini a forma di cuore) e quelli che dicono che "San Valentino è la festa più stupida dell'anno". Io non sono stato nè completamente da una parte, nè dall'altra. Mi piace portare fuori una ragazza, soprattutto se è la persona che amo...Ma dall'altra parte vorrei essere il fioraio che ride mentre vende le sue rose con gambo lungo con un sovrapprezzo di 2 euro...Per cui propendo più per gli sdolcinati che festeggiano la ricorrenza piuttosto che tra gli "alternativi" che dicono che "per me San Valentino dovrebbe essere tutto l'anno se ci si ama davvero" (o cose simili) e poi, invece, tutto l'anno sono le stesse (solite e mediocri) persone...
Mi sento di provocare un po' stasera...Ma, sinceramente, tornando a casa pochi istanti fa mi ha fatto moltissima tenerezza vedere coppie sulla metro che si baciavano, mani nelle mani, ragazze che tenevano mazzi di rose...Come se effettivamente ci fosse qualcosa di diverso nell'aria. Siamo così abituati ormai alle brutture del mondo che, forse, delle ricorrenze così ci mancano davvero.
Sono certo che gli unici a festeggiare davvero stasera siano stati i membri delle lobby di cui sopra (qui era tutto un menu per San Valentino), ma forse non è che ci faccia poi così male stare in mezzo a cuoricini e a sdolcinate simili...
Quello che intendo è che se serve una festa simile per essere diversi, ogni tanto, allora ben venga...Se serve una San Valentino per ricordarci innamorati almeno un giorno l'anno...Sempre meglio che passare 365 giorni grigi e senza Amore! Almeno ne sarebbero 364 grigi e senza amore...So di far incazzare molti, ma preferirei qualcuno che si ricordasse almeno una volta l'anno di me piuttosto che...mai!
Se poi lo facesse sempre...beh...Speriamo di trovarla o di ritrovarla presto questa persona...

Auguri a tutti gli innamorati!

mercoledì 13 febbraio 2008

Sketch

La guida si arricchisce sempre di più...E forse, come dice Giancarlo nei commenti ai miei post dovrei dedicarmi a tempo pieno a questo "mestiere" e non ai derivati...Potrei diventare il Veronelli dei lounge bar londinesi...Il Raspelli del Regno Unito...Intanto prendetevi questo nuovo suggerimento...

SKETCH (Mayfair): il locale è in piedi già da un bel po', ma ho avuto modo di entrarci solo ieri sera. Passa per essere uno dei locali-lounge-ristoranti-galleria d'arte più costosi e modaioli di Londra, e la location a Mayfair non può che confermarlo. Ancora non ho capito quante sale abbia o se si balli all'interno. Sembra di sì, ma allora ho preso la serata sbagliata...Questo però mi ha fatto apprezzare un bar estremamente discreto e ben arredato, ideale per gustarsi l'intimità con la solita bella ragazza. Lampadari, laser e altre decorazioni fanno il resto. I coktail sono eccellenti anche se per gustarne uno sono necessarie 12 sterline (quasi 3 volte MR WU!)...Il brutto è che inizio a gustarne uno solo al secondo bicchiere...Nella sala di fronte veniva servita la cena a quei coraggiosi che dispongono di più di 12 sterline, anche perchè è uno dei ristoranti in assoluto più costosi di Londra. Il design complessivo del locale vale il viaggio, e l'esperienza della toilet è impagabile: si supera il ristorante e si salgono le scalette che portano a dei moduli a forma di uovo...Si entra nell'uovo e si fanno i propri bisognini: tra l'inquietante e i ricordi di infanzia di Mork & Mindy del primo Robin Williams ("Mi chiamo Mork, su un uovo vengo da Ork!"). Qui non si usa il trucco del bicchiere di vino all'ingresso...ma all'uscita! Il gentilissimo "front manager" appena stai mettendo il piede fuori la porta del locale ti dice: "ma già andate via?! Dà uno sguardo al bar qui di fianco..."...Così si scopre che esiste un terzo bar a cui si accede tramite una porta scura sul lato destro del corridoio di entrata. Il bar è vivace, molto più del lounge di prima ed è arredato con poltrone e divani. E così, dopo 2 dring fatti con Remy Martin e champagne...Mi sono fatto una rozzissima Bud a 4 sterline...La storia è maestra di vita!
Giudizio complessivo: eccellente.

martedì 12 febbraio 2008

Pasha: a new entry

Prima di tutto vorrei dire che, saranno gli sconvolgimenti climatici, il buco nell'ozono, il global warming e quant'altro, ma nell'ultima settimana il sole l'ha fatta da padrone qui a Londra...Quasi sembrava di essere a casa! Incredibile! Non succedeva una cosa del genere forse dai tempi della Regina Vittoria...Si passeggia e si sta in giro che è una meraviglia! Perchè rovinarsi la vita con la finanza e con l'università quando ci potrebbe essere qualcosa di meglio da fare in questo clima quasi primaverile!?

Scrivevo per segnalare un altro locale nella mia piccola "guida", "scoperto" ieri sera, nel senso che l'ho sempre avuto dietro casa ma non ci sono mai andato...Per cui...

PASHA (Kensington): di ispirazione marocchina è un risto-lounge spettacolare aperto tutti i giorni fino alle 12.30am. E' raccomandabile andarci in compagnia di una bella ragazza, che sicuramente ne rimarrà entusiasta. Mi dicono che il cibo, soprattutto l'agnello, vale il viaggio (il vostro, quello dell'agnello purtroppo è terminato prima). Ci sono andato per un paio di cocktail ieri sera, per cui c'è da qualche parte un agnello che ancora gira libero e indisturbato...Ho assaggiato un Moroccan Mint Iced Tea, praticamente una versione marocchina del Mojito ma con la Vodka. Fresco e piacevole, anche se il dolce dello zucchero di canna non si sposa troppo bene con il conto che è invece piuttosto salato.
Fuori è possibile fumare anche il narghilè, di cui sono grande estimatore. Purtroppo si è sulla strada, per cui tra una boccata di tabacco alla menta e l'altra ci scappa anche una boccata del fumo di scarico del doubledecker per Notting Hill. In alternativa alla boccata del fumo di scarico, c'è il gas del fungo riscaldante. Ma non siate ingordi: dovete sceglierne uno tra i due!

Al prossimo cocktail...(e pregate per l'anima del mio agnello)

lunedì 11 febbraio 2008

Microsoft Vs Yahoo, la guerra è iniziata

E' di questi giorni il tentativo di scalata della potentissima Microsoft di Bill Gates sul motore di ricerca Yahoo! valutato 44,6 mld di dollari per il totale delle azioni in circolazione. Si prospetta come uno dei tentativi più difficili di acquisizione nella storia del comparto M&A (merger & acquisitions, "fusioni e acquisizioni" per dirla breve), che nel caso di successo darebbe vita ad un gruppo "monstre" da oltre cento miliardi di dollari di capitalizzazione...
E' di qualche ora fa una nota del "board" di Yahoo! in cui viene rigettata l'offerta di Microsoft perchè questa tenderebbe a sottovalutare la società, anche se l'aspra concorrenza con l'arci-rivale Google ha creato non pochi problemi al corso delle sue azioni. Il consiglio di amministrazione lascia intendere che è aperta ogni trattativa per soluzioni alternative a Microsoft (si parla anche dell'intervento del gigante AOL) che "massimizzino il valore della società per l'azienda e tutti i suoi azionisti". A chi è fuori da queste tematiche sembrerebbero dei paroloni difficilissimi e incomprensibili. Ma dico sempre che l'economia e la finanza sono alla portata di tutti. E' come se fosse un grande Mercante in Fiera, o un mercato coperto, o giocare a figurine quando si era bambini...Dietro quest'operazione finanziaria c'è semplicemente l'interesse da parte di Bill Gates di comprare qualcosa che a lui manca davvero, e cioè un motore fi ricerca efficiente e, sicuramente, più conosciuto e utilizzato dagli utenti rispetto ad MSN. Dalla parte di Yahoo! c'è invece la volontà di strappare la migliore offerta possibile (che secondo la società sarebbe sui 56 mld di dollari) e di non cadere in mani ritenute "non troppo amichevoli" come quelle del magnate di Microsoft. In una cosa Bill Gates potrebbe avere ragione...A rivolgersi al mercato nel caso in cui il consiglio di amministrazione rifiuti altre eventuali proposte del creatore di Windows, cioè la possibilità di rivolgersi direttamente agli azionisti e intraprendere quello che in gergo è un "hostile bid" o "hostile takeover", una scalata ostile. Queste operazioni sono in genere oro per tutti quelli che ne prendono parte, anche senza motivi effettivi: avvocati, banchieri, revisori, società di marketing e comunicazione...E tutti questi individui sono lì per guadagnare, chiedendo cifre e parcelle spropositate...Rivolgendosi al mercato, invece, sarebbero gli stessi azionisti e risparmiatori a poter giudicare la qualità dell'offerta e, eventualmente, a rifiutarla nel caso la considerassero non adeguata al valore delle proprie azioni (e cioè al valore del "pezzetto" della società che possiedono attraverso quelle azioni). Se è vero Yahoo! non ha prodotto grossi risultati negli ultimi tempi, nel senso di crescita di valore delle proprie azioni o crescita dell'utile netto, allora questo potrebbe andare nel senso dell'offerta di Microsoft, Anche perchè l'offerta premia gli azionisti di oltre il 60% del valore pre-offerta.
Insomma...Un proverbio russo dice: un mercato è fatto da due idioti, uno chiede troppo e l'altro troppo poco.

Vedremo chi fa cosa...

A risentirci...

domenica 10 febbraio 2008

Din-Ink

Voglio condividere con voi, seppure nella tristezza per la mancanza di Federico, il successo di un mio carissimo amico, Andrea Cingoli. Andrea, designer e architetto, ha vinto insieme a tre sue colleghi (Francesca Fontana, Paolo Emilio Bellisario e Cristian Cellini) il concorso dining in 2015 organizzato da designboom in collaborazione con il Macef di Milano. I quattro, hanno trasformato i tappi delle "comunissime" penne Bic in strumenti preziosi per la consumazione dei pasti...Andrea, come me, è sempre stato un esperto di cene e pasti...Ma a differenza di me, lui possiede (come si può ben vedere) la Creatività (quella con la C)! E infatti sono stati celebrati in una miriade di blog (basta inserire "din-ink" su Google per vederli apparire in più di 20 siti...giusto Andrea!? Ma sicuramente, al momento in cui scrivo, saranno diventati molti di più) e persino da Repubblica.it (se riuscite, in giornata, navigate nel sito del quotidiano).


Bravi, ragazzi. Finalmente del made in Italy come si deve. Anzi....Made in Abruzzo!


Non vedo l'ora di poter usare din-ink nelle mie pause pranzo qui...


Alla prossima abbuffata, Andrè!

sabato 9 febbraio 2008

Ciao Federico...

Ricevo purtroppo con dolore, la notizia della morte di Federico Di Marco...Diceva il lirico greco Menandro che "muor giovane chi è caro agli dei"...

Hasta Siempre, Federico.

venerdì 8 febbraio 2008

Le mie raccomandazioni...


Come si può ben intuire Londra non è solo studio e lavoro...Da qualche parte uno dovrà pure andare a divertirsi...Ecco perchè "posto" qualche posto interessante...Tutti luoghi da me scelti, testati e selezionati con i dovuti commenti a latere! Quando il gioco si fa duro...non c'è miglior cosa di mollare tutto e uscire di casa!
Iniziamo...

THE QUEEN'S ARMS (Kensington): è uno dei pub più carini che abbia frequentato fino ad ora. E' comodo perchè è esattamente dietro casa: se ti ubriachi non sei tu che vai a casa, ma è casa che viene da te. Sempre affollatto dalle 5pm, ci si può trovare la gente dei dopo concerti (è a un tiro di schioppo dalla Royal Albert Hall), musicisti (la custodia del contrabbasso occupa 2 posti a sedere e mangia per 3) e studenti dell'Imperial College (matematici e ingegneri, perchè riesco a contare i capelli sulle loro teste). I più coraggiosi si mettono fuori con le pinte in mano, ma per via dell'alcol, non perchè faccia caldo! Giudizio: da visitare. Anche perchè hanno la Leffe alla spina e vado pazzo per le birre di Abbazia...

THE BUILDER'S ARMS (Kensington): dal nome, sembrerebbe un parente del primo ma in realtà è a diversi isolati. E' all'angolo opposto del ristorante polacco WODKA (che è nella mia lista dei posti da visitare) e in una zona alla Mary Poppins. Bellissimo: sia il pub, sia il film Mary Poppins. Fuori è celestino. Dentro è un gioiello. Arredato con divani di pelle, tavolinetti e lampade...Sembra di stare in una casa privata, e ha molto a che spartire con The Hub. Ambiente caldo e accogliente. E pare che, a detta delle mia amica Jessica, la domenica sera proiettino film vecchi nella saletta di sopra. Motivo in più per andarci. Avrei trattenuto volentieri Jessica quella domenica, ma proiettavano Alien...E lei odia Alien...Non le posso dare torto, ma mi piace quando il mostriciattolo esce dalla pancia della Weaver...

PIZZERIA DA MARIO (Kensington): da me ribatezzata simpaticamente "La Piccola Rosburgo" di Londra. Non per la bontà della pizza (che è quello che è, ma non è male), ma per il colore delle pareti e la quantità di cianfrusaglie esposte. Provare per credere. L'ambiente è accogliente, e il posto passa per essere "stylish" alla fine. Frequantato molto da italiani, anche da quelli fighi che lavorano alla City. Sulle guide è scritto che passa per uno dei posti preferito ai tempi dalla Principessa Diana...In realtà, a detta dei manager ormai miei amici, pare chequesto Mario (buon'anima) da buon napoletano, si sia rivenduto il fatto per guadagnarci sopra...Si è no Diana ci sarà stata al massimo 3 volte. Ci credo...con questi prezzi.

OPAL (Kensington): si trova sotto al ristorante francese L'Etranger. E' un club nella dicitura inglese, cioè una discoteca. Ma sembra una grotta, anzi è una grotta. Frequentato da una clientela adulta, può essere il posto dove concludere una serata. Prezzi medi, e le donne non sono poi così male...Onde evitare spiacevoli equivoci: intendo i prezzi dei cocktail, non delle donne. Quelli non li conosco, ma se solo comprare un quotidiano costa 1,5 £ (sterline), fate un po' voi...

PIZZA ORGANIC (Kensington): è uno di quei posti dove ti siedi esclusivamente per mangiare e te ne vai appena hai finito. Non ci si passa la serata. Ma la pizza è sottile, la massa è buona e i prezzi decenti. Te la cavi quasi con 10 sterline...A volte si sta un po' stretti, ma il rapporto qualità/prezzo è ottimo per la media di qui. Io mi ci fermo quando non ho voglia di fare un ca..o (per cui quasi sempre).

ITSU (Chelsea): la catena di sushi-bar è diventata famosa per essere teatro del regolamento di conti tra spie e governo russo. Ogni tanto qualcuno muore perchè esagera con la salsa al polonio sul beef...Ma in fin dei conti è uno dei miei posti preferiti. Quello di Chelsea è a 2 piani. Al primo piano c'è il bar...un lounge bar dei più carini. E generalmente ti dirottano lì con la scusa che il tuo tavolo ancora non è pronto, e tu devi consumare per forza qualcosa. Quando hai speso almeno 8 sterline per un bicchiere di vino francese, ti rendi conto che tu non hai bisogno del tavolo, ma ci si siede tutti al bancone come nei roboanti anni di Kiss-Me Licia...E le portate viaggiano su un nastro trasportatore per tutta la sala...Prendi quello che vuoi e paghi alla fine. Le prime volte pensi, da buon italiano, di poter far sparire qualche piattino per pagare meno...Ma niente da fare. Non sapresti nemmeno dove metterlo. E così ti conteggiano tutto, fino al the alla menta finale...Sempre affollato da una clientela internazionale ed eclettica (ho sempre desiderato usare questo termine: lo leggevo nelle guide ma non ho mai capito che caspita significhi) è uno dei posti miglio per iniziare la serata. Bella gente, belle donne, bella situazione...Pieno di bionde. Non ho detto playmate, ho detto bionde...Ma pieno di bionde. Per saziarti con il sushi dovresti mangiare anche lo shogun che hai davanti, ma con 25/30 sterline puoi far finta di aver mangiato, e anche bene...Tanto poi fuori alla discoteca c'è lo zozzone con l'hot dog da 2 sterline!

VENDOME e ART BAR (Chelsea): li metto insieme perchè sono praticamente attaccati e stanno a 20 metri da ITSU. Ci ritrovi la stessa gente di ITSU, che poi ritrovi al MOVIDA, ma va bene così. E' un po' come andare tutti all'Antigua o al Viceversa prima del Novavita. Un must, diciamo. Sono posti da frequentare il sabato sera, quando fuori si riempie di Suv, Ferrari e Porsche...Ma siccome non c'è mai posto, io vado a piedi (anche perchè non ho la macchina qui). Ragazze bellissime (modelle) in uno spazio ridotto, divani di pelle, bancone da american bar. Al Vendome se ti accoglie la signorina bionda che ci ha accolto qualche tempo fa e che ti chiede se vuoi il tavolo...Sei tentato di prendere non solo il tavolo ma anche tutta la cucina, o di prendere 2 tavoli anche se sei solo. Attenzione: la signorina in questione ha due "occhi" che ipnotizzano...A noi maschi gli occhi colpiscono sempre, chissà come mai...

THE GORE (Kensington): è il bar di un vecchio albergo proprio davanti a casa mia. A volte è strapieno di gente, altre volte non c'è nemmeno il barista. Io e mio cugino ci siamo andati spesso. E l'unica conclusione possibile è stata: è un posto ambiguo. E' vero, è ambiguo. Gente strana. Alcuni sembrano usciti da un vero e proprio mondo underground...E coppie improbabilissime che si appartano nel privè...Insomma...Spesso è frequentato da accompagnatrici professionali (come direbbe la Michelin: valgono il viaggio), ma in fin dei conti è un lounge-bar tutto in legno e con quadri alle pareti. I divani di pelle sono comodi, e sorseggiare in notturna un whisky and coke su quei divani è una cosa che mi rilassa molto. A volte ci scappa anche una chiacchierata con la cameriera brasiliana Fernanda. Carina, delicata...non quello che vi aspettate voi, porci!

WAGAMAMA: è una catena di posti dove si mangia tutti vicini in delle tavolate molto lunghe. Cucina cino/giapponese. Andava molto di moda tra gli yuppies inglesi di qualche tempo fa. Il cibo è fresco e preparato all'istante. Almeno una volta vale la pena fermarsi qui. Qui dove?! Ci sono un sacco di Wagamama per Londra...almeno una ventina...Consiglio il Chicken KATSU (cazzu) Curry. Non è una presa per il culo. E' il mio piatto preferito...

BUSABA EATHAI (Soho): dallo stesso creatore di Wagamama sono tre ristoranti molto simili al precedente ma thai...E stavolta i banchi non sono rettangolari ma quadrati! Quello di Soho ha sempre una fila che sembra la fila per l'ingresso in un club...20/30 metri di fila per venire a mangiare qui...Ne vale la pena. La papera al curry (stavolta senza cazzu) è eccezionale. Pesante, ma eccezionale. La vicinanza di Soho fa sì che il locale sia pieno di una clientela "omogenea" (non so se mi spiego), ma ci sono sempre delle ragazze bellissime che speri siano meno omogenee delle coppie di ragazzi che arrivano...Qualche volta si, qualche volta no...Vale tentare.

PIZZERIA SPACCANAPOLI (Soho): incasinato come solo un posto di napoletani può essere, la pizza è davvero buona e sembra di stare in Italia, perchè la clientela è tricolore. E la riconosci. Dalle Hogan. E dagli occhiali da sole sulla fronte quando sono le nove si sera. E dalla maglia sulle spalle (usanza tutta nostra). E dalle borsette di Gucci. E da tutte le altre cose che solo noi italiani possiamo portare...Una volta c'erano gli Invicta Jolly...Quelli si che erano anni d'oro! C'è sempre una fila tremenda da fare, ed essendo italiani e non giapponesi...la fila scorre con frequenza decennale! Ma scorre...I panuozzi valgono la pena, la ciambella e ottima. Ora mi manca la pizza...I prezzi sono prendere con la citrosodina.

MAROUSH (Knightsbridge): uno dei migliori libanesi che abbia mai mangiato. Hommos eccezionale...Ne mangeresti a tonnellate. La carne idem. Quello a Knightsbridge è perennemente pieno fino a tardi. Ottimo per cene, spuntini o semplici buchi allo stomaco. Con la salsa garlic (all'aglio), il buco può rimanere. Ma poi passa. Sono le migliori 20 sterline che abbia mai speso per una cena. E le ragazze che ci porti sembrano apprezzare...

NOZOMI (Knightsbridge): giapponese di livello. Cioè è al livello sopraelevato, nel senso che si devono salire le scalette. Necessaria la prenotazione. Perchè per spennarti devono prima affilare i coltelli Global (quelli proprio per il sushi), e il lavoro finale è superlativo. Qui il trucco del tavolo ancora non pronto è esasperato, e lo Chablis scende che è una bellezza...Il cibo è ottimo, se dopo lo Chablis hai ancora i soldi per poter mangiare. I drink sono buoni, meglio se serviti da Mariana, una bella cameriera messicana. L'unica pecca è il signore romano all'ingresso che fa la selezione e fa il tipo per se stesso. Ma è come i prezzi: te lo devi prendere. Una nota simpatica è il tipo con il cilindro che ti apre la porta. Forse vale più quello che il sushi a pensarci...

ZUMA (Knightsbridge): non immaginerete mai con chi sono stato per la prima volta in questo costosissimo giapponese, qualcuno lo sa, ma davvero mi risulta ancora incredibile...Posto eccezionale. Forse un po' troppo formale, rimane uno dei punti di riferimento della città. Anche solo per un drink. Bellissime ragazze accompagnate da uomini incravattati...Mai che capitassero sole ste bellissime ragazze. Porzioni da aperitivo e prezzi che nemmeno Carlo Cracco a Milano, o il Gualtiero Marchesi dei tempi migliori. Ecco perchè mi sorprende che una delle persone più tirchie che conosca sia voluto andare proprio li...Ma se ci è andato lui: il posto vale il viaggio.

OSTERIA DELL'ARANCIO (King's Road): della stessa famiglia di quello marchigiano, colpisce perchè se prenoti ti rispondono in italiano. Poi ti accorgi di aver fatto il numero di quello di Grottammare, infatti...Non è vero: ti rispondono in lingua italica anche qui. Magari è una cosa che piace agli inglesi...Per quello che costa io li farei parlare anche in Farsi. Il cibo è buono, fresco. Ma le porzioni sono un po' evanescenti, tipo razione K. Il purista di mio cugino, alla italiana maniera, dice che "se n'è calato". Che tradotto vorrebbe dire che una volta si magnava di più, la cucina era più creativa e tutto aveva un non-so-che in più...Boh?! A me piace. E' il posto per portare fuori una ragazza straniera a cena. L'ho fatto, ma quella sbagliata. E non ha battuto ciglio quando è arrivato il conto...Ha fatto tipo un sorriso zen. Sti cazzi, ci credo. Anzi penso di averlo anche detto. Ero in un ristorante italiano, d'altronde...Bisogna esportare il made in Italy...

BLUE BIRD CAFE' (King's Road): è uno dei posti dove la ragazza del principe William organizza le feste. C'è una boutique al primo piano che vende tipo roba vintage, o giù di lì. Bello, davvero. Se non fosse che una bistecca e un fish and chips e un paio di bicchieri di vino mi sono costati 75 sterline. 210.000lire, qui lo voglio dire. 210.000lire del vecchio conio. E sapete con chi ero? Con la ragazza di prima. Ma stavolta ha battuto ciglio. Solo perchè era la prima volta che uscivamo insieme...Cercavo grazia, ho trovato giustizia: ora ho appreso come un mantra cosa vuol dire "alla romana".

GAUCHO GRILL RESTAURANT (Piccadilly): ristorante argentino piuttosto famoso a Londra. Bisogna andare. Bello ed elegante. Con una splendida cantina e un bar a vista che fa la sua figura. E' necessaria la prenotazione nei fine settimana pur essendo enorme. E' uno dei posti più frequentati al momento a quanto sembra...I prezzi sono di un argentino a Londra. Già in Italia i ristoranti argentini non perdonano, immaginatevi il potere distruttivo che hanno qui. Micidiali. L'altra volta per risparmiare ho mangiato un semplice hamburger...domenica voglio tentare il filettone. Infatti ho venduto i miei orologi per poter andare a cena...Ed è tutto tappezzato da pelli (finte o vere non so) di mucca...Su una ragazza dovrebbe fare la sua figura...La volta scorsa, però, ho pagato solo la mia parte...

CARLUCCIO'S: catena di ristoranti italiani, dove lavora anche un mio caro amico. Ci vado spesso. In quello di Kensington, come in quello di Covent Garden, l'atmosfera è sempre frizzante (?) e si fanno conoscenze interessanti se si ha un po' di sano culo. Il cibo è piuttosto buono per essere un italiano "dozzinale" a Londra. Molto più onesto Carluccio che l'Osteria, insomma...Io prendo sempre pasta e fagioli e un carpaccio...Una ventina di sterline e via...Si può andare al Vendome! Se poi voglio fare lo sfruscione...prendo anche il "cioccolato fondente" e via...Si può andare al Vendome!

PIZZERIA IL BORDELLO (Wapping): questa è una new entry totale. Ci sono stato con un amico manager. Purtroppo devo ancora capire dov'è Wapping e come ci si arrivi. Io pare ci sono arrivato 2 mercoledi fa...Purtroppo mi hanno levato i sassolini che avevo lasciato nel cammino...Il nome promette bene, ma è solo una pizzeria. Il mio amico Valerio aveva grande nostalgia di questo posto e mi ha "portato" qui. Ci veniva quando viveva a Londra. La pizza Riccardo è buonissima. Le pizze sono comunque grandi (finalmente) e anche le bruschette riempiono...Una curiosità: lo stesso proprietario del Bordello ha un'altra pizzeria...a Canary Wharf...si chiama La Figa...Appena mi vedete, chiedetemi di farvi vedere il bigliettino da visita di questo posto...il logo ha una forma così strana...Dal Bordello alla Figa il passo è breve. No è breve veramente. Infatti la prossima volta che arrivo alla fermata del Bordello, continuo per La Figa...

MR WU: il buffet cinese più zozzo tra quelli zozzi. Ma questo è il suo punto di forza. Paghi 4,95 sterline e vai finchè hai fame. Certo alla fine ti rendi conto che hai mangiato solo cipolle e patate. Ma comunque ti senti soddisfatto. Tu il piatto e la forchetta. Una triade malefica. Che si interrompe solo all'ennesimo rutto al sapore di porco in agrodolce. Per l'avidità dei cinesi, anche se non c'è posto ti fanno mangiare aggrappato al lampadario (che non c'è) oppure si inventato qualcosa. Impossibile che arrivi e non mangi...Niente carte di credito, solo cash. E il cinese conta tutte le ricevute, la sera, una per una. Non scappa niente. L'igiene del posto non è assicurata, ma il senso degli affari si. Ideale per uno spuntino o proprio quando, per sfregio, ti vuoi rifare con il mondo perchè ti hanno cacciato da ogni club. Almeno questo è quello che succedeva quando avevamo 17 anni...Io e il mio amico Giulio...Io amante del porcello in agrodolce...Lui delle alette di pollo...O Giù, ma ora che ci penso...Era pollo?! Che grande coppia...Grazie MR WU (che ormai invece sarà una holding del tipo MR WU International plc)!

CHINAWHITE e MOVIDA (Regent Street): anche questi li metto insieme. Per importanza. E anche per quantità di belle ragazze. Anche qui, il profeta di mio cugino, parlando del "China" (come dicono gli affezionati) ha detto: "se n'è calato". Che stavolta significa, invece: dove cavolo sono andate tutte le modelle che frequentavano sto benedetto posto?! Boh...Certo è ancora pieno di belle ragazze. Ma forse un po' ha ragione lui...Ma solo perchè vuoi trovare qualche pecca a questo che rimane uno dei club più importanti della città. Ho avuto la fortuna di essere nel privè con Giulio, ospiti di un mio amico romano che abita qui, anche lui ospite del suo coinquilino che era stato invitato ad un compleanno...ma questo non cambia la situazione...Privè piccolino pieno di modelle...Vestitini corti e tutto il resto...Insomma questa è una delle immagini che ho di questo locale, che da fuori è solo una porta con degli ideogrammi sul lato...I buttafuori fanno il resto della scenografia, come la signorina che ti controlla come sei vestito...Il Movida è una delle mecche di Londra. E' qui che le modelle si sono rifugiate sembra, o vengono a svernare. Ci sono stato una volta ospite dell'amico romano di prima...Ma stavolta il compleanno era il suo! E posso assicurare che il posto vale il tentativo se si riesce ad entrare...Anzi...C'è anche la possibilità di rimanerci male...Nella prossima vita voglio rinascere un tipo alla Lenny Kravitz...

BOROUGH MARKET (London Bridge): è un mercato alimentare molto caratteristico. E il sabato mattina è un vero e proprio spettacolo. Si possono assaggiare spremute fresche fatte al momento, dolci tipici, formaggi...Tante bancarelle che fanno panini, anche. Ma qui bisogna assolutamente fare la fila per il panino di TAPAS BRINDISA, negozietto spagnolo che fa questi panini tanto piccoli quanto letali. Panino riscaldato sulla piastra, salsiccia piccante, peperone arrosto e rucola...Con il singolo, hai le allucinazioni modello peyote. Con il double credi di essere Gesù. Da provare, magari dopo l'aperitivo all'oyster bar vicino...Ostriche e champagne fanno iniziare sempre un sabato mattina nel modo giusto...

BOXWOOD CAFE' (Knightsbridge): quasi non me lo ricordo. Eppure ci sono stato la settimana scorsa. E' uno dei ristoranti dello chef-star Gordon Ramsay (Gordon che?!). La cosa peggiore è che siamo venuti qui alcolicamente allegri e abbiamo scelto il menù degustazione. Praticamente se ci avessero dato il Mc da mangiare saremmo stati più soddisfatti...E all'ingresso...puntualissimi...ci hanno detto: ma dove cazzo andate se non bevete il vostro solito bicchiere di Chablis?! Il vostro tavolo ancora non è pronto! Il posto è splendido e il servizio è impeccabile...Ti ripiegano il tovagliolo ogni volta che ti alzi. Ho pensato che licenziando quello che ripiega i tovaglioli, si potrebbe risparmiare un buon 30%...Erano i segni dell'alcol. E' il posto classico che usi per fare colpo su una tipa. Ora: posti così devono piacere...Per cui: consigliato a coppie collaudate, meglio se per anniversari di matrimonio. Noi ci siamo andati ubriachi...Magari da lucidi ci avremmo pensato due volte...Naaaaa...Ci saremmo andati comunque...