venerdì 3 ottobre 2008

NOBU

Questo momento doveva arrivare...Era nell'aria da tempo...Sapevo che prima o poi mi sarebbe toccato questo destino...Lavoro nella via immediatamente parallela ma non ci avevo mai messo piede...E venerdi scorso ho finalmente avuto il piacere di varcare la soglia di NOBU (quello in Berkeley Street) a Mayfair. I giapponesi li ho toccati quasi tutti, almeno quelli "che contano", ma fino ad ora NOBU l'avevo scampato, dopo aver sentito racconti mitologici di conti così costosi che finivano con il pagarsi da soli...Ma questa volta non mi sono potuto sottrarre, anche perchè il messaggio mi è arrivato direttamente da Silva...tavolo per le 22.30, per cui pronto per la colazione del giorno dopo...Io e Manu abbiamo dato il meglio di noi...catene, gemelli con teschi, bastone da passeggio...Certo...per l'occasione ho sfoggiato il mio "walking stick", a metà tra un broker e Dr House e così subito in taxi verso Mayfair...Avevo già assaggiato la cucina di NOBU, sempre con Manu, ma a New York, e devo dire che comunque mi ha soddisfatto! Non so dire niente di quello al Metropolitan Hotel, ma questo di Mayfair è sicuramente un bel "ritrovo" di gente ricca e modaiola (d'altronde Berkeley Street/Square è la location di quasi tutti i fondi hedge e di private equity che contano) e il bar superaffollato descrive pienamente quest'atmosfera frizzante (era da un po' che non usavo la parola "frizzante"). Il tavolo, naturalmente non era pronto nemmeno per le 22.30 (già apparecchiato per la prima colazione, quasi), per cui ci è toccato il solito Chablis che ormai è diventato una vera e propria medicina...Poi intorno alle 23 siamo saliti ai piani alti e finalmente il tavolino sembrava essere pronto: 30 minuti per 2 bacchette e un bicchiere da acqua!? Mah...la sala della cena è sicuramente carina, anche se ho trovato giapponesi molto più belli estetivamente: la stessa sala di Zuma, secondo me, è più bella. I tavolini sono tavolini di legno "color Ikea", anche se naturalmente il peso specifico qui è di 1.000 volte maggiore (insomma, a differenza di quelli dell'Ikea, non vola alla prima brezza), e tutto è molto minimal. Un appunto da fare è sull'illuminazione....Il posto è estremamente buio e questo, a tratti, può sembrare un qualcosa di poco curato. Per il resto il cibo è, sì, di un livello superiore e finalmente, abbiamo lasciato l'opportunità al cugino Franz di salire in cattedra e di dare lezioni a destra e a mancina sul "black cod che si sciogle in bocca"...Niente di più vero! Anche solo il black cod vale il viaggio o il costo del biglietto, che a dir si voglia...E poi, qui, a differenza di Sakenohana, le portate arrivano nel giusto ordine e questo fa si che, anche una cena giapponese che tutto sembra fuorchè una cena, possa assumere l'impianto e la struttura di un cristianissimo pasto...Da tornarci al prossimo Bull Market...

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